Certificazione acustica: costi certi, benefici zero
Con la Norma UNI 11367 è stato introdotto l’obbligo della certificazione acustica, a partire dal 31 dicembre 2011, per tutti gli edifici nuovi, mentre, per quanto concerne gli immobili esistenti, il discorso va applicato esclusivamente all’atto di compravendita, piuttosto che alla firma di un contratto di locazione
In sintesi, tutti gli appartamenti interessati dovranno ottenere un formale certificato che verrà rilasciato al termine di specifiche misurazioni effettuate da professionisti abilitati, con costo della pratica – secondo una previsione effettuata da Confedilizia nei giorni scorsi – pari a un valore da cinque a dieci volte quello della certificazione energetica che, all’incirca, secondo alcune indagini di mercato da noi effettuate nei giorni scorsi presso alcuni professionisti di Milano, si aggira intorno ai 1.000 Euro per una casa di due/tre locali.
La norma, di fatto, rappresenta una pugnalata al mondo del real estate che sta alzando lentamente la china e al risparmio delle famiglie in particolare, le quali, se vogliono vendere casa, debbono necessariamente spendere preventivamente qualche migliaio di euro per potere addivenire alla stipula.
In caso di locazione, invece, il rapporto fra il canone di locazione annuale e il costo dell’adeguamento è addirittura folle, con il rischio concreto, o meglio, la certezza per i proprietari di casa di dovere rinunciare alla riscossione dell’affitto per parecchi mesi, al fine di adeguarsi alla legge sopra citata (ciò porterà, inevitabilmente, ad un aumento dei canoni di locazione, in quanto, i proprietari cercheranno di traslare il costo della certificazione sugli inquilini).
Difficile, poi, credere a chi sostiene che, con la certificazione acustica, il valore immobiliare relativo alla casa possa aumentare, in quanto, il prezzo di un appartamento è troppo condizionato da altri parametri, quali la zona dell’immobile, piuttosto che il piano: in altri termini, esemplificando, cosa vale dal punto di vista immobiliare un monolocale al top nella certificazione acustica, in zona periferica di Milano, malamente collegata dai mezzi pubblici, quinto piano senza ascensore e/o di quanto incide la classe di certificazione?
In tutto questo scenario, non si capisce poi il silenzio assordante di operatori immobiliari, franchisor, associazioni di categoria e società del settore in genere, le quali, tranne rare eccezioni (ben venga la dura presa di posizione del Presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani), sembrerebbero più concentrati sulle imminenti ferie, piuttosto che protestare di fronte ad una norma particolarmente iniqua per l’intero mondo del real estate che andrà ad erodere il risparmio delle famiglie nostrane, già messe a dura prova dalle difficoltà quotidiane.
Auspichiamo, dunque che, nelle prossime settimane/mesi, ci sia una ferma presa di posizione da parte degli operatori che ruotano intorno al mercato immobiliare, con la speranza che tale norma venga profondamente modificata, sia limitata alle nuove costruzioni e/o contenga il pari obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di adeguare tutti gli edifici pubblici esistenti alle certificazioni energetiche e acustiche, indipendentemente dalla vendita o locazione degli stessi, altrimenti la sensazione è sempre la stessa, ovvero quella di essere governati da chi predica bene e razzola male.
Kevin John Carones e Anna Sara Balloni
vittorio 20 Agosto 2010 il 20:39
C’è da dire che metterà in moto una nuova professionalità dei tecnici: il certificatore acustico. Sicuramente altri ne ricaveranno guadagni, per esempio i progettisti o chi produrrà isolanti appositi…
Certo il valore commerciale dell’immobile crescerà molto poco, son d’accordo con voi, ma la qualità sarà migliore.
Molte persone saranno contente di sentire meno i vicini, le persone rumorose e chiassose son tantissime o anche le abitazioni di musicisti.