I titoli di società immobiliari quotate: II Rapporto 2010 Nomisma sul Mercato immobiliare
Il settore delle società immobiliari quotate continua ad essere caratterizzato da una bassa appetibilità dovuta principalmente alla limitata disponibilità di veicoli, congiunta ad una contenuta capitalizzazione del comparto, nonostante i recenti timidi segnali di ripresa
Nel corso dell’ultimo anno, l’evoluzione dell’indice immobiliare è risultata nel complesso positiva, nonostante l’indice di volatilità italiano resti ancora il più elevato tra le principali realtà europee prese in esame. L’ EPRA/NAIRET Europe Index, che esprime l’andamento dei principali titoli immobiliari in ambito europeo, evidenzia, infatti, con riferimento al nostro Paese, il perdurare delle criticità di settore che determinano un indice di volatilità ben superiore ai valori degli altri impieghi azionari.
La capitalizzazione di Borsa dei titoli immobiliari italiani ha toccato il livello minimo nel 2008; da allora si è osservata una timida ripresa, il cui consolidamento sembra tuttora piuttosto difficile, a causa dell’esposizione alle continue oscillazioni speculative.
Si può inoltre osservare come l’aumento della capitalizzazione verificatosi nel quinquennio 2003-2007 sia stato interamente riassorbito nell’arco temporale di pochi mesi. La capitalizzazione attuale, di poco superiore ai 2 miliardi di Euro, si attesta su livelli del tutto insufficienti, soprattutto se paragonata ad altri settori e forme di investimento.
Come precedentemente sottolineato, alla base dello scarso appeal del settore deve essere posta la dimensione contenuta del paniere che, inevitabilmente, determina uno scarso interesse da parte degli investitori e la conseguente esposizione ad oscillazioni. È facile notare come addirittura oltre la metà della capitalizzazione sia riconducibile ad una sola società (Beni Stabili), il cui percorso di avvicinamento al regime SIIQ ha comportato un ulteriore aumento del flottante e, dunque, con un ruolo sempre più rilevante in Borsa. Recentemente, Beni Stabili ha emesso nuove azioni e un prestito obbligazionario equity linked.
A tali considerazioni si devono aggiungere le ricadute delle difficoltà congiunturali, che hanno pesantemente penalizzato il settore. Rispetto allo scorso anno alcune delle società quotate (Aedes, Ipi e Risanamento) hanno, infatti, subito pesanti interventi di ristrutturazione (collegati alla massiccia esposizione debitoria), che hanno comportato, tra l’altro, il delisting.
Anche un’altra delle principali protagoniste del boom borsistico del 2007 ha fatto ricorso ad operazioni di finanza straordinaria per fronteggiare lo sfavorevole periodo congiunturale. Si tratta di Pirelli RE (ridenominata Prelios) nell’ambito dello spin off della galassia Pirelli & C.
Analizzando alcuni tra i principali indicatori economici delle società quotate, risultano evidenti taluni elementi di criticità. In particolare, emerge che quasi tutte le società nel 2009 hanno riportato una perdita di esercizio o, comunque, una drastica riduzione dell’utile (è il caso di IGD SIIQ).
La sola UniLand ha fatto registrare un incremento dell’utile, attestatosi a 423 mila euro. Beni Stabili, Brioschi, Cia Immobiliare, Gabetti Property Solutions, Nova Re, Realty Vailog risultano accomunate da Ebitda ed Ebit in flessione (talvolta addirittura negativi), in larga parte riconducibile ad una riduzione congiunturale dei ricavi, ma che in taluni casi segnala inefficienza o inappropriatezza del modello di business.