Panorama di Economia Immobiliare. Compravendite
Dal Bollettino di maggio della Bce si evince che i prezzi degli immobili residenziali nell’ area dell’ euro hanno mostrato una sostenuta dinamica ciclica nell’ ultimo decennio
Ai forti rincari antecedenti al 2005 ha fatto seguito negli ultimi anni un rallentamento costante della crescita dei prezzi degli immobili residenziali, culminato con una contrazione nel 2009. Secondo i dati più recenti, nella seconda metà del 2009 i prezzi delle abitazioni nell’ area dell’ euro sono scesi del 3,1% su base annua, dopo un calo della stessa ampiezza nella prima metà dell’ anno.
Tale flessione sull’ anno precedente è stata la contrazione più pronunciata dal 1982 e sembra costituire parte di una correzione dei prezzi in seguito ai forti rincari registrati tra il 1999 e il 2005 (quando l’ incremento annuo medio è stato pari al 6,4%). La riduzione dei prezzi delle abitazioni nell’ area dell’ euro è stata generalizzata in termini geografici, interessando nel 2009 quasi tutti i paesi dell’ area.
Decrementi dei prezzi superiori al 5% sono stati osservati nel 2009 in Irlanda, Spagna, Francia, Cipro, Slovenia e Slovacchia. Più in generale, i paesi che hanno registrato le correzioni più pronunciate sono stati tendenzialmente quelli che avevano mostrato i rincari maggiori nel periodo precedente al 2005.
L’ approccio basato sulla determinazione dei prezzi delle attività per la valutazione degli andamenti del mercato immobiliare suggerisce che le quotazioni delle abitazioni sono ancora relativamente elevate, in confronto ai canoni di locazione per l’ aggregato dell’ area dell’ euro così come per quattro dei cinque maggiori paesi dell’ area.
I dati sui prezzi delle abitazioni con una frequenza maggiore indicano che il ritmo del calo sembra essere rallentato lievemente alla fine del 2009 e agli inizi del 2010, andamento che potrebbe essere un segnale precoce di una possibile stabilizzazione della situazione in alcuni paesi.
Dal rapporto realizzato dall’ Agenzia del Territorio in collaborazione con Assilea sull’ andamento delle compravendite e delle quotazioni di immobili a destinazione terziaria, commerciale e produttiva risulta che nel corso del 2009 sono state scambiate 66.020 unità immobiliari complessive (uffici, negozi, capannoni, istituti di credito, alberghi ed edifici commerciali), con un calo del 15,6% medio rispetto al numero delle compravendite 2008, con il massimo della flessione per le regioni del Nord Ovest (-19,3%).
Diminuzioni a due cifre hanno interessato tutte le maggiori categorie di immobili non residenziali, in particolare le transazioni sui capannoni industriali sono calate quasi del 20%, quelle dei negozi sono scese del 16%, quelle degli uffici del 10%.
Le quotazioni medie, stabili nel 2008, hanno subito una lieve riduzione nel 2009 per gli uffici (-0,9%), per i quali si rileva un prezzo medio al mq di 1.566 euro, e per i negozi (-1%), per i quali il prezzo al mq si attesta a 1.931 euro; nonostante il forte calo osservato nelle vendite, è in leggero rialzo la quotazione dei capannoni industriali (+1,1%), con una quotazione media di 545 euro al mq.
Inoltre, la Nota trimestrale dell’ Agenzia del Territorio, che fornisce una breve sintesi sull’ andamento dei volumi delle compravendite effettuate in Italia nel corso del primo trimestre 2010, a confronto con i dati dello stesso periodo nel 2009, evidenzia che nel primo trimestre 2010 il volume di compravendite complessivo è stato di 309.947 transazioni (NTN), con incremento del 3,4% rispetto al primo trimestre 2009 (tasso tendenziale annuo).
L’ andamento del mercato immobiliare, pertanto, mostra chiaramente un’ inversione di tendenza rispetto a quanto rilevato negli ultimi tre anni. È bene tener presente che il confronto è effettuato sul primo trimestre 2009, periodo in cui si verificò un drastico ridimensionamento delle transazioni, uno dei più bassi degli ultimi anni (nel I trimestre 2009 si registrò -17,8% sul I trimestre 2008). Se si effettua il confronto con il I trimestre 2008, il volume di compravendite del I trimestre 2010 risulta ancora inferiore del 15% circa.
Gli andamenti si differenziano sensibilmente per i diversi settori. In particolare, andamenti positivi si registrano per il residenziale (+4,2%), le pertinenze che annoverano posti auto e magazzini (+5,6%) e per le tipologie conteggiate in altro (+5,6%). Appare, invece, ancora in difficoltà il mercato non residenziale.
Il settore commerciale e quello produttivo con, rispettivamente, -0,6% e -0,2%, risultano ormai alla fine del ciclo negativo, assumendo valori tendenziali di sostanziale stazionarietà. Il mercato del terziario registra una variazione negativa più consistente (-1,3%), che, sebbene modesta, segnala una perdurante incertezza negli andamenti altalenanti che hanno contraddistinto il mercato di questo segmento immobiliare del settore nel corso del 2009.
Dove preferiscono vivere gli italiani
Secondo l’ ultima indagine realizzata da Casa.it gli italiani preferiscono vivere nei piccoli centri vicini al mare (39%). Anche i grandi centri economici e le città d’ arte suscitano un certo fascino (30%), probabilmente per i servizi offerti e per la ricchezza della proposta culturale; attrae, inoltre, (17%) la tranquillità della campagna. Per quanto riguarda le dimensioni, la maggior parte degli intervistati dichiara che preferirebbe vivere in un piccolo paesino di 5.000 abitanti (24%) o in un piccola cittadina di 20.000 abitanti (23%).
Ma l’ ideale sarebbe abitare in una zona residenziale (48%), e il sogno per eccellenza sarebbe una villetta con giardino (57%). Dopo la supremazia del mare sembra che parchi e giardini rappresentino anche il panorama di maggiore ispirazione, poiché il 34% del campione, affacciandosi alla finestra, sognerebbe di vedere un paradiso verde.
Altro vicino di casa ideale è la scuola: il 38% del campione vorrebbe averne una nelle immediate prossimità; una discreta percentuale di previdenti vorrebbe, per ogni evenienza, vivere vicino a un ospedale (27%), e un buon numero di efficienti vorrebbe ottimizzare i tempi avendo accanto un ufficio postale (24%).
Grande interesse anche per le proposte per il tempo libero e, infatti, in molti sognano di vivere nei pressi di centri ricreativi (26%), palestre o strutture sportive (22%), teatri o cinema (20%). La maggior parte degli intervistati (44%) dichiara, inoltre, che gradirebbe vivere nelle immediate vicinanze di una farmacia.
Al contrario, gli italiani non vorrebbero mai vivere vicino a fumi tossici e rumori fastidiosi; il 64% aborrisce l’ idea di una discarica e il 55% rifugge dagli inceneritori. Altrettanto importante è la percentuale di coloro che detestano la prossimità di un’ autostrada o di un cavalcavia (40%), fonti di smog e di noiosi rumori.
Infine, l’ inquinamento acustico è probabilmente la ragione per cui in molti si rifiuterebbero di abitare nei pressi di aeroporti (21%) o stazioni (17%), ma anche l’ eccessiva tranquillità sembra spaventare gli italiani: il 14% non vorrebbe mai vivere vicino a un cimitero.
Fonte: Tecnoborsa
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