Eliminare privilegi nel settore immobiliare e fare chiarezza per i fabbricati rurali
In relazione alla manovra finanziaria in preparazione da parte del Governo, il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: ”Il momento è certamente delicato e merita ogni apprezzamento lo sforzo del Governo di contenimento della spesa pubblica, nell’ ambito di un’ azione che potrebbe quindi condurre in tempi brevi anche a una riduzione delle imposte.
Nell’ ottica del recupero di risorse finanziarie necessario a superare la difficile situazione presente, sarebbe opportuno pensare alla riconduzione ad equità della fiscalità immobiliare, all’ interno della quale convivono regimi impositivi fortemente differenziati in relazione alla natura dei contribuenti.
Adeguare il regime fiscale dei fondi immobiliari, specie di famiglia, e delle Siiq (società di investimento immobiliare quotate) – sostanzialmente esenti – a quello della proprietà immobiliare tradizionale – gravata da imposte che in caso di locazione superano il livello del 50% – consentirebbe a un tempo di eliminare una notevole sperequazione esistente, di ottenere risorse immediatamente disponibili e di evitare inconcepibili distorsioni del mercato di settore.
Anche dal comparto dell’ edilizia residenziale pubblica – dove addirittura, come riferiscono i giornali di questi giorni, si è giunti al racket delle case abusive – possono giungere benefici ai conti pubblici. È ormai improcrastinabile un intervento di riordino dei requisiti per l’ ottenimento degli alloggi di edilizia economica e popolare, delle modalità di accertamento di tali requisiti e, soprattutto, del livello dei canoni richiesti.
È evidente che una gestione virtuosa dell’ edilizia residenziale pubblica – ripetutamente invocata anche dalla Corte dei Conti – determinerebbe risparmi non solo nel breve periodo, ma anche nel medio e lungo periodo, per effetto della minore necessità di nuove costruzioni.
Un ulteriore campo di intervento in sede di manovra finanziaria dovrebbe essere quello della regolarizzazione dei fabbricati che hanno perso i requisiti di ruralità. In atto regna nel settore un vero e proprio stato confusionale, con sentenze anche della Cassazione che configgono con interpretazioni diverse e diverse direttive della stessa Agenzia del territorio.
Il risultato sarà che, come per il passato, non si raggiungerà alcun obiettivo al proposito e che tutti, comunque, potranno in sede di contenzioso tributario invocare l’ incertezza della normativa. Per ottenere risultati anche di natura tributaria, occorre un’ interpretazione autentica delle vigenti norme ed agevolare le richieste di accatastamento. Con ciò incentivando una regolarizzazione che altrimenti, come dimostra l’ esperienza, fatica a realizzarsi. Regolarizzazione che porterebbe nuove entrate sia nell’ immediato sia a regime”.