Rilanciare il terziario. Punto di partenza per la ripresa economica
“Malgrado le fibrillazioni di questi giorni, il sistema Italia gode di una buona reputazione”
Questo il giudizio del Censis, che fa il punto sulla crisi economica e indica nel rilancio di questo settore uno degli elementi chiave per la ripresa economica nel primo numero del ”Diario della ristrutturazione del terziario” (realizzato in collaborazione con Bcc).
Giuseppe De Rita, presidente dell’ istituto, dice infatti: “Se non prevarranno dinamiche speculative è pensabile che il sistema possa lavorare su due linee fondamentali: dare sempre più consistenza al modello che ha finora ben resistito (propensione famiglie al risparmio, risveglio imprese manifatturiere, banche non coinvolte in speculazioni pronte a rianimare il sistema). Dare, però, al tempo stesso, l’ annuncio che il modello si attiva anche per risolvere i suoi assetti strutturali più delicati: in parole povere, con l’ avvio di una forte e determinata ristrutturazione del terziario, vero buco nero e ventre molle della nostra economia“.
E ancora il Censis: ”Cono circa 508mila gli esuberi possibili se non si innescheranno meccanismi capaci di generare maggiore produttività. Si tratta di un settore in stato di modesta produttività, ricambio generazionale bloccato e scarsa modernizzazione, che rischia di determinare già nel breve periodo un pericolo di perdita dei posti di lavoro“:
Riguardo ai motivi della “buona reputazione” di cui gode l’ Italia, il Censis afferma: “Il risparmio delle famiglie e il loro basso tasso di indebitamento hanno evitato al Paese lo sbandamento. L’ andamento degli scambi commerciali nel 2009 è stato non disprezzabile. Inoltre le banche hanno tenuto, così lo Stato non si è dovuto accollare il debito dei privati e sono rimaste ancorate in buona parte all’ economia reale e al territorio”.
Il sistema delle imprese, quindi, “ha passato un inverno in letargo, ma sempre con l’ attenzione a cogliere i primi segnali di ripresa. Adesso la buona reputazione guadagnata deve essere il punto di partenza per un rilancio forte e duraturo della nostra economia” e la ripartenza, che per ora riguarda solo il manifatturiero, deve avvenire anche nel terziario che, come rileva il Censis, si caratterizza per un’ alta percentuale di occupati nelle professioni non qualificate, che negli ultimi cinque anni sono aumentati del 16,4%, mentre le posizioni a elevata specializzazione solo del 3,8% e i dirigenti dell’ 1,8%. A ingrossare l’ occupazione non qualificata sono stati soprattutto i laureati (+20% nel 2009).
Fonte Ansa