Le risorse per l’ edilizia residenziale sovvenzionata , cioè le le case popolari, non sono esaurite. I fondi ex Gescal sono fermi da dieci anni. Nati con la legge 60 / 1963, i contributi Gescal consistevano in una trattenuta sulla busta paga dei lavoratori dipendenti per finanziare i piani statali di edilizia sociale. E così per l’ edilizia sociale sono fermi 2,3 mld ex Gescal
I contributi sono stati cancellati dal 1° gennaio 1999, in coincidenza con il trasferimento alle Regioni di tutte le competenze in materia di edilizia residenziale pubblica. Nel periodo 1978 – 1998 le entrate ex Gescal hanno fruttato allo Stato 34 miliardi di euro. Tuttavia il ritmo di spesa per la costruzione di case è stato più lento dell’ entrata, pertanto al momento del passaggio di consegne alle Regioni, restavano nel conto corrente della Cassa Depositi e prestiti 11.923 milioni di euro, di cui 7.437 milioni per le case popolari.
Oltre dieci anni dopo le Regioni, i Comuni, gli ex Iacp, responsabili delle realizzazione degli alloggi sociali, non hanno speso tutti quei fondi, di cui restano ancora in cassa 2,4 miliardi di euro da spendere per l’ edilizia sovvenzionata. Molte Regioni, però, hanno esaurito i fondi Gescal e hanno avviato programmi di spesa per l’ edilizia sociale finanziati in parte con risorse proprie, ma poiché si muovono senza un coordinamento nazionale non si può capire quali sono le risorse destinate alla casa.
Fonte: Ance