Un patto regionale per la casa che, nel rispetto delle competenze di ciascuno dei soggetti cui sarà proposto (Comuni, Aler, cooperative, imprese e sindacati), metta a sistema strategie condivise per offrire nuove possibilità di alloggi a prezzo calmierato. Lo ha proposto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, chiudendo i lavori del convegno “Housing sociale: innovazioni necessarie e prospettive possibili in Lombardia”, cui ha partecipato anche l’ assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti.
Un’ idea che nasce dalla constatazione che il solo intervento legislativo non è più sufficiente per risolvere il problema casa che, complice il perdurante momento di crisi, sta assumendo dimensioni importanti arrivando a coinvolgere talvolta anche quel ceto medio che, invece, si immaginava potesse esserne al riparo.
“La collaborazione costante tra le istituzioni e tutti i soggetti interessati – ha detto Formigoni – ci consentirà di sperimentare nuove forme di politica per la casa. Per questo auspico si possa arrivare presto a una sorta di patto che metta a sistema alcune strategie condivise”.
Il presidente ha fatto riferimento alla necessità di trovare aree o volumi da destinare all’ housing sociale, all’ attenzione che deve essere riservata a tutto il disagio abitativo, dai meno abbienti alla classe media in difficoltà. E all’ impegno necessario alla riqualificazione e rivitalizzazione dei quartieri, che deve andare di pari passo con l’ apertura a forme trasparenti di concorrenza, di responsabilità e di controlli. Ovviamente saranno necessari anche nuovi strumenti finanziari (come i fondi immobiliari) e un efficace sistema di Aziende pubbliche.
La centralità della persona
“Un processo – ha sottolineato Formigoni – che deve avere come perno l’ attenzione alla persona: il protagonismo dei singoli e delle famiglie deve tornare al centro dell’ azione della politica per la casa. Non si costruiscono case senza pensare a chi ci abiterà e come farà a integrarsi nel tessuto sociale. La realizzazione di nuovi alloggi fa parte di un progetto complessivo di crescita della persona. Per questo occorre che parte del sostegno regionale vada a forme di affitto con patto di futura vendita, proprio per garantire, da subito, ai giovani soprattutto, da una parte una casa a prezzi accessibili e dall’ altra l’ accompagnamento progressivo verso la proprietà”.
La politica per la casa dal 2005 a oggi
Opportuno fare il punto su quanto Regione Lombardia ha fatto negli ultimi 5 anni. Sono stati stanziati 850 milioni di euro che, insieme ad una semplificazione e ad una maggior flessibilità delle procedure e delle norme, hanno permesso di promuovere un sistema di housing aperto e responsabilizzante per tutti i soggetti. Sono stati realizzati 6.000 alloggi, recuperati 30 quartieri popolari e sostenute centinaia di migliaia di famiglie nell’ acquisto della prima casa e nel pagamento del canone di locazione.
“Solo nel 2009 – ha precisato l’ assessore Scotti – abbiamo destinato alla casa 374 milioni che hanno permesso di risolvere problemi reali. La crisi economica e finanziaria – comporta infatti una difficoltà oggettiva nell’accesso al credito e, di fatto, le risorse pubbliche nelle forme tradizionali sono esaurite. Contemporaneamente La realizzazione di quartieri esclusivamente sociali non è più sostenibile”.
Il mix abitativo
“In questo mutato contesto – ha concluso Formigoni – è necessario responsabilizzare. Il mix abitativo deve essere la leva dalla quale ripartire. Un sistema che non deleghi solo all’ ente pubblico il soddisfacimento del bisogno dei meno abbienti, ma che responsabilizzi anche il settore privato e del privato sociale, rispettando le esigenze di sostenibilità economica dell’ intervento”.
In altri termini, affinché i privati collaborino attivamente nelle politiche per la casa, occorre che, fatto salvo il naturale rischio d’ impresa, si pongano le condizioni per il necessario rendimento economico, la sana gestione degli immobili e la possibilità di scelta degli inquilini tra quelli che ne hanno i requisiti. A fronte del sostegno finanziario pubblico, deve essere garantita una piena responsabilizzazione dei soggetti attuatori che vada di pari passi con frequenti controlli ed alti standard di servizio”.