La crisi del settore edile secondo l’ Istat ed i preconsuntivi rilasciati dai principali centri di analisi economiche
Il settore delle costruzioni nazionale non sembra intravedere ancora l’ uscita dalla crisi che coinvolge quasi tutti i settori dell’ economia italiana. Non si rilevano infatti segnali di ripresa e le aziende edili esprimono forti preoccupazioni in merito al calo dei livelli di attività e del portafoglio ordini.
Nei primi sei mesi del 2009 infatti, secondo i dati Istat, gli investimenti in costruzioni hanno evidenziato una flessione del -8,1% rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente, dato questo sintesi di una flessione del -7,5% della componente residenziale e del -8,6% di quella non residenziale.
Ovviamente, questa fase di stallo del settore edile si ripercuote anche sui settori fornitori di materiali e manufatti per l’ edilizia, con evidenti contrazioni per tutte le componenti.
La valutazione dell’ Ance sull’ andamento delle costruzioni nell’ anno in corso risulta coerente con le indicazioni fornite dall’ Istat per il primo semestre 2009 ed allineata ai preconsuntivi rilasciati dai più autorevoli centri di analisi economiche.
I preconsuntivi 2009 dell’ Ance
Sulla base dei giudizi espressi dalle imprese associate nell’ indagine rapida svolta, la stima dell’ Ance per il 2009 parla di una contrazione degli investimenti in costruzioni mediamente pari al -9,4% in termini reali rispetto all’ anno precedente (che va a sommarsi al -2,3% del 2008 rispetto al 2007) i quali in valore ammonteranno a 143.768 milioni di euro.
Questa flessione produttiva ha prodotto effetti negativi sui livelli occupazionali del settore che, secondo l’ indagine Ance, dovrebbero ridursi nel 2009 del -4,9%. In sostanza, risulta possibile affermare che, nel 2009, gli investimenti in costruzioni si collocano sui livelli raggiunti negli anni 2000.
Entrando poi nel dettaglio dei comparti in cui si articola il settore edile e concentrando l’ attenzione sul segmento residenziale, l’ Ance stima che nel 2009 gli investimenti in abitazioni si ridurranno in termini reali mediamente del -9,5% rispetto al 2008, dato questo che sintetizza un decremento medio di circa 19 punti percentuali degli investimenti in nuove abitazioni ed una flessione del -1% del recupero abitativo.
Per quanto concerne gli investimenti in costruzioni non residenziali private, la flessione prevista si stima possa toccare i 10 punti percentuali, per effetto soprattutto delle difficoltà generate dal quadro economico generale, dal calo della domanda interna ed estera e dall’ elevato livello di capacità produttiva inutilizzata.
Passando poi al comparto delle opere pubbliche, da tempo in difficoltà, gli investimenti risultano ovviamente negativi (-8,1% in termini reali sul 2008), proseguendo un trend decrescente in atto dal 2005. I maggiori ostacoli all’ attività identificati dalle imprese che operano nel settore delle opere pubbliche risultano essere prevalentemente la scarsa remunerazione dei prezzi praticati (anche a causa di ribassi d’ asta percepiti come eccessivi), la lentezza nello stanziamento ed erogazione delle risorse finanziarie, le incertezze nella normativa nazionale e le difficoltà amministrative a livello locale.
Le previsioni Ance per il 2010
Cercando di comprendere ora cosa aspettarci per il 2010, sulla base dei giudizi espressi dalle imprese associate all’ Ance nell’ indagine rapida di Settembre 2009, le previsioni sembrano lasciar intravedere segnali di alleggerimento della fase recessiva, con livelli produttivi comunque ancora fortemente condizionati dalla forte contrazione delle iniziative cantierizzate negli ultimi anni e dal rallentamento dei cantieri già in corso, dovuto principalmente alle difficoltà di accesso a credito. Le previsioni per il 2010 dell’ Ance pertanto sono orientate ad una flessione dei livelli produttivi certamente significativa ma, comunque, più contenuta rispetto a quella stimata per il 2009.
Il calo della produzione infatti si stima possa attestarsi tra il -7,1%, nell’ ipotesi che non venga considerato il contributo che potrà derivare dal Piano casa 2 a sostegno dei livelli produttivi del prossimo anno ed il – 3,9%, dato questo che include gli effetti del Piano casa 2 sui livelli produttivi della nuova edilizia abitativa e non residenziale privata derivanti dalle attività di ampliamento e di demolizione e ricostruzione.
Occorre tuttavia sottolineare come le previsioni Ance risultino non allineate con quelle formulate dalla maggior parte dei principali centri di analisi economiche, i quali sembrano propendere per modesti incrementi dei livelli produttivi o, al più, di contenuto ridimensionamento (ad eccezione di REF.IRS). Le previsioni rilasciate dalle altre fonti infatti oscillano fra il -1,6% di Prometeia ad il +1,7% dell’ Ocse.
L’ effetto del “Piano Casa 2” secondo l’ Ance
Considerando l’ effetto del Piano Casa 2, gli investimenti in costruzioni nel 2010 ammonterebbero a circa 140.946 milioni di euro, con flessioni produttive previste mediamente pari al -3,9% in quantità.
Questo si traduce nella previsione di un incremento dei livelli produttivi della nuova produzione residenziale di circa 2.800 milioni di euro (con una flessione produttiva del -4,1% in quantità). Per gli investimenti privati in costruzioni non residenziali, l’ impatto del Piano Casa 2 risulta stimato in circa 1.890 milioni di euro (la contrazione della produzione sarà limitata ad un -9,4%).