Si è svolto a fine novembre a Cannes l’ annuale edizione del Mapic, la fiera più importante al mondo per il settore dei centri commerciali, una rassegna molto attesa per capire lo stato del real estate e dell’ economia immobiliare in genere.
I numeri sono stati in linea con le aspettative, con una presenza che è calata, di media, del 30%; le maggiori defezioni sono arrivate da Est Europa (in particolare la Russia), Stati Uniti e Spagna, mentre in controtendenza le presenze africane e dell’ America del Sud. L’ Italia, anche per ragioni geografiche, era il secondo paese rappresentato, dopo i padroni di casa, a conferma che i players nostrani credono nel Mapic.
Il sensibile calo di operatori, presenze e stand, tuttavia è stato giudicato positivamente dagli esperti di settore riuniti in Costa Azzurra, in quanto i partecipanti hanno gradito la miglior atmosfera che ha consentito, per una volta, di gestire con calma e ordine la lista degli appuntamenti e degli incontri (pochi, ma buoni o, per usare le parole della Direttrice Mapic 2009 Nathalie Depetro, less people, more business).
Fra i progetti presentati al Mapic, senza dubbio il più ambizioso (forse anche il più difficile da realizzare, visti i numeri) è quello che riguarda il Mall of Italy a Segrate (area rettangolare, ex dogana del Comune limitrofo a Milano, in fregio alla Strada Statale Cassanese, di fronte alla Mondadori, a poche centinaia di metri dalla località San Felice), centro che si svilupperà su una superficie di oltre Mq 300.000 di GLA (Gross Leasable Area, ovvero superficie affittabile) e che sarà realizzato entro la fine del 2013 (inizio lavori indicativo, diviso in due fasi, previsto nel 2011, investimento previsto pari a un miliardo di euro).
La proprietà, facente capo al Gruppo Percassi, prevede, fra l’ altro, circa 450 negozi, 50 ristoranti, la costruzione di un department store, un hotel a cinque stelle, la food court (dove si incontreranno le cucine dei principali paesi del mondo) e luoghi per il divertimento, sia per grandi che per bambini (mq 75.000 saranno destinati all’ intrattenimento, previsti anche un cinema e un teatro, mentre un 15% della superficie totale verrà dedicato al benessere e alla ristorazione).
In linea con le costruzioni moderne, ampio risalto verrà dato alla riduzione dell’ impatto ambientale grazie ai pannelli fotovoltaici, ma anche in quanto è prevista la realizzazione di un complesso sistema di riuso delle acque per limitare al minimo la dispersione (il progetto prevede, tra l’ altro, una piazza di Mq 6.000, edifici di altezze variabili comprese fra i 9 e i 15 metri, nonché un lago artificiale).
Logisticamente, dal punto di vista della viabilità e della visibilità, ci troviamo a pochi chilometri dalla Tangenziale Est, dall’ aeroporto di Linate e, in linea d’ aria, a meno di dieci chilometri dal Duomo di Milano che potrà, comunque, essere raggiunto – ed è questo, a nostro avviso, uno degli aspetti più delicati e di maggiore criticità dell’ intervento – con bus e tram (la viabilità è già adesso, nei weekend estivi, messa a dura prova dal traffico collegato all’ Idroscalo, al Forlanini e al Centro Saini, sarà essenziale lavorare bene, di concerto con la P.A., su questo aspetto).
Complimenti, dunque, al Gruppo Percassi (e un grosso in bocca al lupo) che ha deciso di scommettere (e di investire) in un momento così delicato dell’ economia internazionale, con un mercato dei centri commerciali che sta attraversando una fase di stasi e che si sta orientando verso gli urban center che consentono una migliore ottimizzazione del rischio di impresa.
Al contrario, infatti, la società bergamasca sta operando una scelta ambiziosa (si contano sulle punta di due mani i centri commerciali così grandi nell’ intera Europa), confortata dall’ esperienza del Gruppo collegato Retail Premium, società che avrà l’ arduo compito di curare la commercializzazione e (successivamente) la gestione dell’ intero complesso.
Ed è su quest’ ultima azienda che ricadranno oneri e onori: se, infatti, sarà in grado di attirare le migliori griffe, i leader del mercato food e no food (come auspicato nella ufficiale presentazione alla stampa del giorno 16 dicembre), l’ operazione diverrà una delle più importanti e redditizie in assoluto in Italia (conseguentemente attirerà l’ interesse di fondi internazionali e darà immagine all’ intera zona e alla città di Milano).
Se, invece, ipotesi non augurabile, ci saranno problemi legati alla commercializzazione, il rischio è che i tempi non vengano rispettati (con conseguente aumento degli oneri finanziari) e / o che addirittura il banco salti, evento questo raro, ma che quando accade determina conseguenze devastanti come, purtroppo, è capitato a pochi chilometri di distanza da questa iniziativa in un’ altra area commerciale, nota al grande pubblico con il nome Santa Giulia.
Problematiche non sono necessariamente collegabili a scelte professionali specifiche della società Premium Retail, ma che potrebbero dipendere dalla crisi economica in corso, dagli umori della popolazione residente che potrebbe non gradire una nuova iniziativa commerciale di queste dimensioni vicino a casa, piuttosto che da scelte sbagliate di marketing prese oggi su quelli che saranno i bisogni e le necessità della provincia di Milano fra cinque anni.
Kevin John Carones