Intervento del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici sul Corriere della Sera del 9 dicembre 2009
I nuovi conflitti del condominio diventeranno un problema sempre più aperto. E, di conseguenza, da studiare e affrontare. Oggi, in una parte della cittadinanza, ancora manca una cultura dell’ abitare insieme, una cultura intesa come capacità individuale e collettiva di rispettare le regole.
Dall’ anticipo delle spese per la pulizia delle scale alla puntualità nelle scadenze delle bollette: la convivenza spesso nasce dalle piccole cose, dalle incombenze quotidiane. È una questione di rispetto reciproco: quello del quale tu di disinteressi può poi ricadere sulle mie spalle.
E infatti: quanti casi di appartamenti in liquidazione? E ancora, quanti palazzi dove gli italiani, esasperati da una situazione irrisolvibile, pur di scappare cercano di disfarsi delle proprie case?
E, si badi bene, non è un problema soltanto dei quartieri più difficili. No, è un problema che senza distinzione colpisce quartieri non per forza di cose nella lontana periferia per non dire in pienissimo centro.
Cosa c’ è dietro il mancato pagamento di una rata dell’ acqua o del gas? Una reale mancanza di soldi (a causa della crisi, della perdita del lavoro, di altri motivi) oppure il disinteresse per il bene comune? E quanto incidono, nel secondo caso, i ritardi con cui vengono sanzionati i morosi con pignoramenti e sfratti?
Un’ altra domanda: la vita del condominio passa anche attraverso l’ integrazione? La risposta è sì. Italiani e stranieri (di moltissime nazionalità) convivono ormai in numerosi palazzi. Usi, costumi, mondi che si incrociano. Una risorsa, sicuramente. Ma che deve essere governata. A Milano, così come negli androni dei palazzi.