L’ industria europea degli elettrodomestici ha impegnato enormi risorse nell’ innovazione ecologica dei prodotti: 15 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, di cui 5 miliardi di euro da parte delle aziende in Italia. Il contributo è stato riconosciuto dalla Commissione Europea come il più importante nella UE al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
Grazie alla sempre migliore efficienza energetica, i soli grandi elettrodomestici hanno fatto finora risparmiare 34 TWh di elettricità tagliando di 17 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 dalle centrali di generazione. Questo il punto di partenza del convegno, organizzato giovedì 29 ottobre da Confindustria Ceced Italia: Elettrodomestici: una corsa continua verso l’ efficienza nell’ ambito di Key Energy alla Fiera di Rimini.
Confindustria Ceced Italia è l’ associazione confindustriale dei produttori di apparecchi domestici e professionali in Italia. Il settore conta circa 130.000 addetti diretti e indiretti, ha un fatturato di oltre 15 miliardi di euro, è il secondo maggior comparto industriale italiano, il primo esportatore ed è leader europeo nei grandi elettrodomestici e leader mondiale nelle cappe e nelle apparecchiature professionali.
Come hanno ricordato Piero Moscatelli, presidente Confindustria Ceced Italia e presidente del convegno, e Gherardo Magri, vicepresidente Confindustria Ceced Italia, il settore operava, prima della crisi iniziata nel 2008, con una redditività attorno al 2 – 3%, oggi scomparsa. “Non possiamo più continuare a sostenere da soli gli investimenti in innovazione – ha detto Gherardo Magri – perché lo sviluppo di prodotti superefficienti, sempre più rispettosi dell’ ambiente, costa sempre di più. Le tecnologie attuali sono molto vicine ai limiti: la ricerca di nuove soluzioni praticabili richiede grandi risorse”.
La sofferenza del settore va aggravandosi perché il mercato non riconosce questo impegno crescente se non viene stimolato da incentivi che lo spingano verso i nuovi prodotti a elevata efficienza e basso impatto ambientale. Purtroppo, si deve registrare una ben scarsa attenzione da parte del legislativo e dell’ esecutivo.
Le incentivazioni non sono la panacea definitiva, ma sono indispensabili, oggi e subito, per accelerare la trasformazione del mercato, affrontare un futuro sostenibile, mantenere in Italia la base industriale e di R & S. Un altro risultato positivo degli incentivi per lo spostamento del mix verso le Classi superefficienti è l’ ulteriore spinta dell’ innovazione, che posiziona i produttori in Italia al vertice del progresso tecnologico, mantiene viva e vitale l’ intera filiera e rafforza il made in Italy.
In sintesi:
– Le istituzioni hanno fatto finora troppo poco per gli apparecchi domestici e professionali, nonostante il peso del settore nell’ economia e nella società italiane.
– La distribuzione non rispetta il giusto valore dei prodotti e non trasferisce al consumatore la percezione di questo valore.
– Il consumatore, in Italia, non ha ancora sviluppato una coscienza ecologica consolidata.
Dal convegno è emerso il messaggio che, accanto all’ innovazione tecnologica, a strategie orientate alla sostenibilità ambientale, industriale, sociale, nel futuro del settore spicca l’ impegno a costruire una piattaforma condivisa con tutti gli attori della filiera perché il consumatore possa pienamente soddisfare le proprie esigenze e contribuire responsabilmente alla salvaguardia dell’ ambiente.
Possa anche trovarsi in un contesto in cui percepisca di aver compiuto un atto d’ acquisto di valore, cui contribuiscono: marca, ricerca, sviluppo e innovazione, tecnologia, materiali, sicurezza, certezza dell’ origine, etica produttiva, design e immagine, garanzia e servizio post vendita, valori ecologici e prestazionali del ciclo di vita, riuso a fine vita.
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