L’ edilizia sociale è parte integrante e complementare del mercato immobiliare e strumento per soddisfare le esigenze abitative delle giovani coppie e delle fasce svantaggiate di reddito, per favorire la crescita economica e per ridurre la tensione abitativa.
L’ edilizia sociale può offrire opportunità di sviluppo per il mercato immobiliare e il settore dell’ edilizia abitativa ed essere un fattore stabilizzante dello sviluppo economico. Una politica di edilizia sociale innovativa può contribuire al recupero ed alla riconversione del patrimonio edilizio fatiscente o sottoutilizzato, alla stabilizzazione della produzione edilizia mediante lì attuazione di programmi pluriennali di realizzazione di nuovi alloggi. Inoltre, può contribuire allo sviluppo urbano e all’ applicazione di solidi standard ambientali sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni.
In molti paesi occidentali esistono forme di sussidi per l’ edilizia abitativa; molti di questi paesi spendono l’ 1 – 2% del PIL per la promozione di politiche per la casa. Sono auspicabili politiche locative che da un lato favoriscano il libero mercato quale presupposto per la mobilità delle persone, anche per ragioni di lavoro e di studio, e dall’ altro consentano di dare risposte concrete – per esempio mediante l’ integrazione di canone da parte dello Stato o affitti sociali sostenuti dallo Stato – a coloro che non hanno redditi sufficienti per pagare canoni di locazione anche bassi.
Si ritiene che lo sviluppo dell’ housing sociale possa beneficiare nel contempo:
a) di modelli innovativi collaudati a livello europeo quali il Project financing e le Public Private Partnerships (PPP);
b) sostenibilità dell’ investimento ovvero una redditività soddisfacente, comparabile ad investimenti analoghi nel settore immobiliare;
c) pre – condizioni fiscali quali l’ introduzione di una cedolare secca per i contratti di locazione agevolati.
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