Per le costruzioni situate nella fascia costiera fino a 300 metri dal mare sono permessi ampliamenti del 10%. Per alberghi e residence è concesso un bonus volumetrico del 35%.
Sugli edifici residenziali uni e bifamiliari delle zone urbane interne possono essere realizzati aumenti volumetrici del 20%, e del 30% in caso di demolizione e ricostruzione con l’ attenzione agli impianti per il risparmio energetico. Gli interventi nelle zone agricole e nei centri storici sono subordinati alla delibera del Consiglio comunale. Escluse le zone a vincolo integrale.
Per le strutture ricettive sono consentiti bonus volumetrici al 35%. La legge urbanistica prevedeva già per alberghi e residence ampliamenti del 25% previo accordo tra Comune e Regione.
Anche verande e sottotetti potranno essere recuperati, ma a scopo abitativo e se sono alti almeno 2,40 metri, ma non si possono realizzare sopraelevazioni. Stesso discorso per i seminterrati, esclusi quelli situati in aree a rischio idrogeologico.
Per gli interventi di aumento delle cubature deve essere presentata la Dia, Denuncia di inizio attività. Per le demolizioni e ricostruzioni, per l’ ampliamento di immobili esistenti nelle zone A, E, F o costiere va richiesto il permesso di costruire.
Per legge una Commissione regionale di valutazione deve fare i controlli del caso per la tutela del paesaggio. La Commissione, composta da tre esperti di livello internazionale, ha il compito di monitorare gli interventi, mirati al miglioramento della qualità architettonica e al rispetto delle norme sul risparmio energetico. La Commissione affiancherà l’ Ufficio regionale del Piano Paesaggistico e la Sovrintendenza nazionale dei beni paesaggistico – ambientali.
Purtroppo la legge consente gli aumenti volumetrici del 10% all’ interno della fascia protetta dei 300 metri dal mare senza l’ intesa tra enti locali, costruttori e assessorati all’ ambiente e all’ urbanistica, prevista dal Piano paesaggistico. Secondo l’ opposizione questo strumento di verifica consentiva il controllo degli obiettivi del piano.
Favorevole Confindustria, che giudica il provvedimento un’ opportunità di ripresa per le aziende in crisi. Critica l’ opposizione di centrosinistra, che ha annunciato ricorsi giudiziari per la tutela delle coste, dopo aver presentato oltre quattrocento emendamenti contro il Progetto cemento.