Nei sette mesi passati da quando la Confedilizia ha fatto le relative proposte, il mancato rilancio della locazione attraverso misure di incentivo fiscale ha fatto già sfumare circa 7 miliardi e mezzo di euro di interventi edilizi.
È quanto rileva la Confedilizia, ricordando di aver segnalato nel marzo scorso – in occasione dell’ annuncio da parte del Governo del Piano casa – che in Italia vi sono fra i 700 e gli 800 mila immobili inabitabili perché da ristrutturare o da rimettere in pristino, in gran parte situati nei centri storici.
Per effetto delle annunciate disposizioni del Governo in materia di edilizia, molti di questi immobili avrebbero potuto essere destinati all’ affitto a canoni agevolati, vale a dire stabiliti dagli accordi stipulati dalla Confedilizia in tutta Italia con i sindacati degli inquilini, come prevede la legge.
Ma perché tali immobili venissero destinati alla locazione, occorreva restituire redditività all’ affitto, attraverso l’ introduzione per i contratti di locazione agevolati di una cedolare secca del 18 – 20%.
A sei mesi di distanza da quell’ annuncio del Governo e da quelle osservazioni della Confedilizia, si può stimare che – se anche solo 500 mila di quei 700 / 800 mila proprietari di immobili inabitabili avessero dato il via ad interventi di ristrutturazione, spendendo tra i 10 e i 20 mila euro per ciascun immobile – sarebbe stato pari a circa 7,5 miliardi di euro l’ importo dei lavori ai quali avrebbe dato luogo l’ azione combinata di Piano casa e cedolare secca sugli affitti. Lavori che sarebbero immediatamente partiti e che avrebbero sin da subito avviato la ripresa dell’ economia, senza contare il gettito fiscale che sarebbe stato garantito allo Stato in termini di Iva e di altre imposte.
Ora che gli effetti del Piano casa sono rimessi alle scelte regionali – anche se alcune Regioni ne hanno fatto un vero e proprio sabotaggio, condizionando la possibilità di effettuare ampliamenti all’ assoggettamento ad obblighi come quello del libretto casa – la necessità di rilanciare la locazione non è comunque venuta meno e si è fatta anzi più urgente.
L’ introduzione della cedolare secca per i contratti agevolati – che, secondo i calcoli dell’ Ufficio Studi della Confedilizia, costerebbe all’ Erario meno di 200 milioni di euro – contribuirebbe infatti ad aiutare tutte quelle famiglie che sono alla ricerca di immobili in affitto, magari quale via d’ uscita da mutui già in essere ovvero quale alternativa all’ accensione di nuovi mutui.