Salvatore Ligresti, uno dei più importanti immobiliaristi italiani, ha dichiarato guerra al Comune di Milano chiedendo alla Provincia, nella persona del suo Presidente Guido Podestà, in maniera formale, come previsto dalle leggi vigenti, la nomina di un Commissario ad Acta che dirimi la controversia.
La ragione del contendere è delicata e semplice allo stesso tempo, ovvero, l’ imprenditore di origini siciliane ha chiesto in maniera formale lo sblocco di tre piani di sviluppo ubicati in differenti zone del capoluogo lombardo (esattamente gli sviluppi immobiliari interessati sono a Bruzzano, in Via Natta, non lontano da San Siro e dall’ Ippodromo e, l’ ultimo, in Via Macconago, dietro il parco agricolo Sud), progetti fermi da circa venti anni e che se invece approvati significherebbero nuovi appartamenti e tanti soldi per lo stesso Ligresti.
La partita, come intuibile, si gioca tutta in ambito urbanistico (la tempistica non è casuale, siamo vicini alla approvazione del nuovo Piano di Governo del Territorio o PGT che nei prossimi mesi sostituirà l’attuale Piano Regolatore) e, secondo alcuni bene informati, la reazione di Ligresti è dovuta esclusivamente al timore di perdere dei diritti edificatori in ambito comunale nelle numerose aree di proprietà e non solo per tutelare i tre progetti sopra citati.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere e il Sindaco di Milano Letizia Moratti ha dichiarato che “chiunque intenda partecipare alla trasformazione della nostra città deve accettare delle regole che porteranno le città ad avere più verde e più servizi. La posizione del Comune è nuova. Milano si è sviluppata in questi anni senza Piano di Governo del Territorio, quindi senza regole. Noi abbiamo trovato nel PGT uno strumento che deve poter coniugare gli interessi legittimi dei privati di costruire in città e gli interessi generali dei cittadini che devono poter avere infrastrutture e servizi collegati al processo di costrizione della città. Quindi, chiunque intenda partecipare alla trasformazione della città deve potere accettare queste regole”.
Molto conciliabile, invece, è stato l’ intervento del Presidente della Provincia Podestà, il quale, ha sottolineato come “grazie a Dio nella vita si può sempre arrivare ad un accordo; credo che questa sia la strada che deve essere perseguita”. E se lo stesso immobiliarista Ligresti ufficialmente non commenta lasciando che gli eventi facciano il proprio corso, il Partito Democratico, per mezzo del suo candidato alla segreteria regionale del Pd in Lombardia (mozione Franceschini), Onorevole Emanuele Fiano, esprime forte preoccupazione nel “rilevare che Milano, amministrata da sedici anni dal centrodestra e alle soglie di Expo 2015 e delle sue grandi infrastrutture, non sia in grado di dirimere contenziosi urbanistici seppur complessi.
Delle due l’ una – continua l’ analisi dell’ esponente del Pd – cioè o nel centro destra a livello locale e nazionale è in corso uno scontro così forte da bloccare la capacità di gestione del territorio del Sindaco Letizia Moratti oppure la via del commissariamento è frutto di un tacito accordo che permette al Comune di affidare al commissario la patata bollente e salvare la faccia dietro una colata di cemento.
In entrambi i casi si tratta di una pessima figura per la città. Molte crtitiche anche dal capogruppo dello stesso Pd Pierfrancesco Majorino che, dopo avere ascoltato le parole del Sindaco Letizia Moratti ha concluso che “se i progetti che si stanno facendo a Milano non rispettano le regole vanno rivisti. Temo invece che le parole del sindaco vogliano sviare l’ argomento per non dirci cosa si sta discutendo realmente””
In conclusione, dunque, l’ impressone degli addetti ai lavori è che, da un lato comune e provincia non faticheranno a trovare in tempi brevi un accordo che risolverà la questione, dall’ altro, invece, è opinione comune che la ferita resterà aperta e che la politica, in particolare il Sindaco di Milano Letizia Moratti (a tale proposito, si segnala che, proprio in questi giorni, il primo cittadino di Milano sta avanzando la propria candidatura per ripresentarsi alla scadenza naturale del mandato), non dimenticherà lo sgarbo dell’ imprenditore e immobiliarista.
Anna Sara Balloni