Una nuova tendenza per risparmiare: l’ autocostruzione. Ed esplode il boom delle cooperative. La crisi affina l’ ingegno e c’ è chi si associa in cooperativa, acquista un terreno e poi, sotto la guida di professionisti, imbraccia gli attrezzi del mestiere, compra i materiali e realizza con il proprio lavoro la sua casa.
Pare che il metodo consenta di risparmiare fino al 50% sul prezzo finale della casa, e consentirebbe a chi ha difficoltà economiche, o non riesce ad accedere ad un mutuo, di coronare il sogno di una casa di proprietà.
In Italia sono quasi 300 le famiglie che l’ hanno già fatto o lo stanno facendo, riunite in più di 60 cooperative. Soprattutto in Lombardia e Emilia Romagna. Ma anche in Umbria e nel Lazio. E il modello, nato nel Nord Europa, prende piede anche nelle istituzioni, che negli ultimi anni hanno iniziato a rendere disponibili per questo tipo di attività, attraverso bandi di concorso, territori destinati all’edilizia popolare. E a fornire fondi per incentivare questa pratica.
Una delle ultime, in ordine di tempo, è stata la Provincia di Parma, che ha realizzato un piano sperimentale per 48 nuovi alloggi, finanziati per 400 mila euro dalla Regione Emilia Romagna. Ogni nucleo familiare associato dedica circa 500 ore all’ anno al cantiere. E s’ impegna al massimo su ogni dettaglio: l’ assegnazione delle case avviene solo alla fine, così nessuno sa se sta lavorando proprio all’ abitazione dove andrà a vivere.
Nelle cooperative di autocostruzione, comunque, l’ attività non è lasciata al caso: il capo cantiere è un professionista regolarmente stipendiato, e i futuri proprietari sono formati e guidati da specialisti (architetti, geometri, tecnici), che poi provvedono a certificare gli impianti. E le case non sono arrangiate: solo per fare un esempio, le 18 villette a schiera, da 140 mq ciascuna, a cui stanno lavorando i soci della cooperativa Aria, saranno tutte di classe A+, con il massimo livello di risparmio energetico.
“Con l’autocostruzione si risparmia quattro volte – spiega Gianpietro Bonomi, presidente della cooperativa – sul costo del terreno, che ci è stato assegnato con regolare bando dal Comune a un prezzo inferiore a quello di mercato; sulla manodopera, perché facciamo praticamente tutto da soli; sui materiali, perché assieme possiamo ottenere sconti sulle grandi quantità; e poi perché non ci sono ricarichi, nessuno ci deve guadagnare. Noi prevediamo – conclude – di chiudere il cantiere entro la prossima estate, con un costo di 1.000 euro al metro quadro”.
L’ autocostruzione può diventare anche un’ occasione per favorire l’ integrazione e creare comunità. A volte, anche miste italiani – immigrati. Come avviene nei quattro cantieri, per complessivi 117 alloggi, attualmente attivi in Umbria, e gestiti dalla cooperativa Alisei. “Dei nostri circa cento soci, 46 sono italiani; gli altri arrivano da più di 19 Paesi – racconta la presidente della coop, Carla Barbarella – il nostro obiettivo é sempre stato quello di favorire chi non potrebbe accedere altrimenti al mercato del credito”.
Fonte: Ansa
Bugeo 23 Settembre 2009 il 16:26
E’ vero che si risparmia ma non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi.
Io ho provato nella mia città a diffondere questa idea ma in realtà la gente non è poi cosi propensa a mettersi in gioco. Alla fine ho perso del tempo e qualche soldo.
Si passa anche per pazzi e ridicoli a diffondere queste idee.
Mettete in conto tutto questo.