Nel primo trimestre del 2009 il volume delle erogazioni per l’ acquisto di abitazioni da parte delle famiglie italiane ha subito una flessione del 23% (-3,3 miliardi di euro) rispetto allo stesso periodo del 2008. Il dato è confermato anche da un sondaggio di Bankitalia e Tecnoborsa da cui emerge che nel periodo aprile – giugno 2009 l’ erogazione di mutui per l’ acquisto di case è scesa al 68,3% rispetto al 70,4% del primo trimestre.
Il calo dei prestiti ipotecari ha un’ altra riprova se si considerano i valori forniti dai singoli istituti di ricerca, aggiornati al primo semestre del 2009 (che confermano la flessione del 23% del comparto anche a giugno 2009). Tranne poche eccezioni, per la maggior parte si sta profilando un anno da dimenticare sul fronte dei prestiti alle famiglie.
Su tutti spicca il -70% di UniCredit che ha visto crollare le erogazioni da 6,1 a 1,8 miliardi di euro da giugno 2008 a giugno 2009. Cali a doppia cifra anche per Intesa Sanpaolo (-20%) che però si conferma al primo posto nel comparto, Ing direct (-20%), Banca Mps (-12%), Ubi banca (-17%) e Unipol (-31%). Tra gli istituti in controtendenza emerge Cariparma (erogazioni a +146%).
In flessione anche l’ importo medio finanziato, sceso nel primo trimestre del 2009 a 114mila euro contro i 122mila di un anno prima. Una diminuzione legata alla graduale scomparsa dei mutui al 100%: secondo uno studio campione di Kiron nei primi sei mesi del 2009 circa il 74% dei mutui erogati rientra nella fascia Loan to Value, dal 61% all’ 80% del valore della casa.
Ma nonostante il calo delle erogazioni, la domanda a giugno è cresciuta per il quinto mese consecutivo (+8%), nettamente in rialzo rispetto alla debolezza archiviata lo scorso gennaio (-15%).
Ma qual è la situazione reale? Le famiglie chiedono meno prestiti, causa la recessione in atto, oppure gli istituti di credito hanno frenato il credito? Secondo Tecnoborsa la flessione delle erogazioni di mutui in Italia è dovuta al calo del potere d’ acquisto delle famiglie ma anche alla maggiore selettività del sistema bancario verso i potenziali mutuatari. Infatti, il tasso di indebitamento delle famiglie è un po’ preoccupante: circa il 51% dei mutuatari, infatti, ha un rapporto rata reddito tra il 31% e il 40% e il limite teorico per la concessione di un prestito è del 33%).
C’ è chi, invece, afferma che stanno contribuendo alla difficile situazione del momento anche le strategie di alcune banche che hanno caricato oltremisura gli spread e questo stoppa i clienti che sono diventati attenti e non accettano offerte aggressive.
Sul fronte dell’ offerta, molti istituti si stanno attrezzando. Banca Carige ha presentato NeoMutuo, un finanziamento ipotecario a tasso variabile ma a rata costante. In caso di rialzo dei tassi, la durata si allunga per un periodo massimo di cinque anni. Eventuali maggiori oneri sono a carico della banca.
Anche Barclays si prepara ad aggiornare l’ offerta dei prestiti: entro fine settembre lancerà un nuovo mutuo con cap, a tasso variabile, con durata massima di 30 anni, e garantirà al cliente un tasso non superiore al 5,5 per cento in caso di rialzo dei tassi.
La stessa tutela garantisce il mutuo Cap Mps protezione su cui l’ istituto toscano punta molto per dare una sterzata positiva alle erogazioni nell’ ultimo trimestre dell’ anno. Anche UniCredit informa che nelle prossime settimane presenterà un nuovo mutuo.
Fonte: Ance