Più domande di mutui nel primo semestre dell’ anno, esattamente il 4% a parità di giorni lavorativi. Un dato apparentemente soddisfacente su cui però pesano le richieste di sostituzione. Del resto il calo del 17% delle compravendite nel primo trimestre del 2009 lascia poco spazio all’ ottimismo.
In giugno, secondo i dati Eurisc – Crif, la domanda di mutui delle famiglie è risultata positiva per il quinto mese consecutivo: +8%, a parità di giorni lavorativi, rispetto allo stesso mese del 2008. Il sistema di informazioni creditizie Eurisc – Crif raccoglie i dati di oltre 70 milioni di linee di credito, la gran parte dei finanziamenti erogati al mercato retail.
Nello specifico, maggio e giugno del 2008 sono stati i primi mesi di consolidamento del trend negativo della domanda di mutui, seguito dal crollo di fine anno. Da febbraio del 2009 l’ inversione di tendenza: la domanda di mutui, sostenuta dalle operazioni di rinegoziazione di mutui esistenti, è tornata in terreno positivo. A marzo ha toccato il top, +21%, per poi assestarsi all’ 8% a maggio e giugno.
“L’ uscita dal tunnel e il ritorno della fiducia – commenta Enrico Lodi, general manager di Credit bureau services Crif – trova ulteriore riscontro nell’ analisi aggregata della domanda del primo semestre dell’ anno: la crescita è stata complessivamente del 4%, su valori analoghi a quelli del 2007”.
Ma quanto pesano le richieste per l’ acquisto di case? L’ ultimo dato è relativo al primo trimestre e rappresentavano poco più del 40% del totale, in netto calo rispetto al passato; le sostituzioni, in grande crescita, pesavano per il 30% (dal 25% del trimestre precedente), mentre ristrutturazioni e liquidità incidevano ciascuna per il 15.
“Pur tenendo conto delle rinegoziazione – conclude Lodi – il trend positivo della domanda di nuovi mutui, specie se confrontato con le richieste di prestiti, trova spiegazione nella logica dell’ investimento. Inoltre, nell’ ultimo semestre, ha contribuito il calo dei tassi”.
Infine, nel primo semestre sono calate sia le classi di importo più elevate (oltre i 300 mila euro e tra 150 e 300 mila) sia i mutui superiori ai 25 anni.
Fonte: Il Sole 24 Ore