Sull’ idea di istituire il libretto casa (da anni morta e sepolta, ma resuscitata sull’ onda emotiva del terremoto), l’ Anci (Associazione dei Comuni) si è buttata (naturalmente) a pesce. Anzi, ha preteso di dare anche indicazioni, per arrivare allo scopo.
L’ Anci ha così suggerito che il libretto casa venga redatto in una veste semplificata eliminando tutti gli aspetti problematici che hanno causato il ricorso al Tar (Lazio) della Confedilizia e la relativa sentenza di bocciatura. Peccato, però, che l’ Anci abbia la memoria corta. Non ricorda, cioè, che qua non si tratta per niente di semplificazioni.
“La legge – dice testualmente la sentenza del Tar – non ammette interventi ed opere generalizzate sugli edifici di qualunque genere, età e condizione, sicché gli accertamenti, al fine di evitare oneri eccessivi e senza riguardo al loro peso sulle condizioni economiche dei proprietari, devono essere suggeriti solo in caso di evidente, indifferibile ed inevitabile necessità, se del caso con graduazione dei rimedi da realizzare”. Quindi, libretto solo per casi di evidente, indifferibile ed inevitabile necessità.
Ma non è tutto, e l’ Anci dovrebbe davvero andarsi a rileggere la sentenza del Tar. Nella quale è anche detto questo, sempre testualmente: “Né vale obiettare che, in fondo, il fascicolo serve alla massimizzazione della sicurezza e ad evitare tragedie quali quelle connesse a crolli di interi edifici, in quanto, nei casi di specie (casi di crolli, ad esempio), mancò non già il fascicolo di fabbricato, bensì un attento controllo pubblico che sarebbe stato necessario esercitare per tempo e che la P.A. aveva e ha titolo di svolgere indipendentemente dall’ esistenza del fascicolo stesso”.
Il riferimento alle responsabilità in vigilando della P.A. (quindi, dei Comuni in ispecie) è diretto, e chiaro. E l’ Anci non può pretendere di scaricare sui proprietari (attraverso il libretto casa) le responsabilità dei suoi associati. Gli accertamenti, se c’ è necessità di farli, si fanno in modo serio, con carotaggi ed altro. Non con il libretto casa (e la visita di un tecnico, più o meno affrettata). Cioè, con un’ altra scoperta – ancora – di lavoro buroindotto, del quale gli italiani – specie in questo momento – proprio non hanno bisogno. Ma tant’ è: ai cultori del lavoro indotto solo da adempimenti burocratici, anche l’ attuale crisi nulla insegna.
Fonte: Corrado Sforza Fogliani
presidente Confedilizia