Ampliamenti del 20%, ricostruzioni con bonus del 30% – 35%, più verde, risparmio energetico: questi i punti salienti del progetto di legge proposto dal presidente Roberto Formigoni, di concerto con l’ assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni.
“Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia” è il titolo completo del testo, che fa seguito all’ Intesa siglata dalla Conferenza unificata Stato – Regioni – Enti locali il 1° aprile scorso.
“Il provvedimento – ha spiegato Formigoni augurandosi che ora il Consiglio regionale lo possa approvare in tempi brevi – favorisce una ripresa dell’ edilizia di qualità in Lombardia, migliorando il patrimonio residenziale esistente dal punto di vista estetico, funzionale e sotto il profilo energetico e ambientale. Ci attendiamo anche effetti sull’ economia e sull’ occupazione. Vogliamo insomma accrescere il bello, l’ eco – compatibile, il risparmio energetico, il lavoro”.
L’ insieme degli investimenti potenziali è stimato tra 5,8 e 6,5 miliardi di euro, attivabili nell’ arco dei prossimi 18 mesi, come previsto dal progetto di legge regionale (24 mesi per quanto riguarda l’ edilizia pubblica residenziale). Positiva la ricaduta sull’ indotto occupazionale dei nuovi interventi, valutabile in 30.000 addetti per i due anni di applicazione della legge. Sotto il profilo energetico il risparmio è valutabile in circa 44 milioni di euro annui.
Il progetto di legge individua quattro tipi di intervento.
1 – Recupero e riutilizzo di volumetrie abbandonate o sottoutilizzate.
2 – Ampliamento fino al 20% (e comunque per non più di 300 metri cubi) del volume complessivo di edifici mono e bifamiliari, ovvero di edifici almeno trifamiliari con volumetria non superiore a 1.000 metri cubi.
3 – Demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e produttivi, con bonus volumetrico sino al 30% del volume preesistente, aumentabile al 35% in presenza di adeguate dotazioni di verde, cioè una dotazione arborea che copra almeno il 25% del lotto.
4 – Riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica.
“L’ auspicio – ha detto ancora il presidente – è dunque che questa legge sia accolta con il sorriso dalle famiglie e dai lavoratori”. L’ assessore Davide Boni ha sottolineato che “si tratta di una legge eccezionale, riferita a un momento particolare e difficile dell’ economia”. Ed ha messo in rilievo che il progetto di legge “consente di intervenire solo sugli edifici esistenti, non di utilizzare nuove aree”.
E inoltre che sono ben tutelati i centri storici (si posso solo sostituire edifici non coerenti con le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche e ambientali, previo parere vincolante delle Commissioni regionali per il paesaggio); le aree naturali (dove non si potrà intervenire); i parchi (dove si applica riduzione di un terzo dell’ incremento massimo consentito degli edifici esistenti. A chi ci accusa di voler costruire nei parchi dico solo che non ha letto bene il provvedimento).
Boni ha anche fatto notare che le norme antisismiche sono previste e che nelle zone soggette a tale rischio non basta la semplice D.I.A. ma occorre acquisire il permesso di costruire. E infine che per i Comuni è prevista la possibilità di individuare zone del proprio territorio in cui non applicare la nuova legge.
Criteri e cautele generali
La legge ha carattere di straordinarietà (la sua applicazione avrà durata di 18 mesi) e contiene idee guida e disposizioni mirate alla sicurezza dei cittadini e del territorio, della qualità degli insediamenti e dell’ ambiente. In particolare:
– rispetto delle condizioni di inedificabilità per vincoli ambientali, idrogeologici, paesaggistici e monumentali;
– inapplicabilità della legge nelle aree naturali protette;
– per i parchi, riduzione di un terzo degli aumenti di volumetrie consentiti (quindi +13,3% anziché +20% per l’ ampliamento di edifici esistenti e 20% anziché 30% nel caso di demolizione – ricostruzione);
– previsione di particolari requisiti per il risparmio energetico negli interventi ammessi (nel caso di ampliamento, riduzione certificata del 10% del consumo energetico; nel caso di sostituzione di edifici, consumo energetico ridotto del 30% rispetto agli standard previsti in generale);
– applicazione del codice civile e delle normative in materia di sicurezza, igiene, paesaggio e beni culturali.