In un seminario organizzato dall’ ANAMMI, l’ Ispesl ha approfondito i punti essenziali del Testo Unico della Sicurezza, sottolineando l’ importanza del ruolo dei professionisti per quanto riguarda la valutazione rischi e l’ informazione ai lavoratori.
Il condominio è da considerarsi un luogo di lavoro, alla stessa stregua di
un’ azienda, per questo l’ amministratore deve valutare tutti i rischi di chi si
trova ad operarvi. È questa la conclusione del seminario, organizzato nei giorni scorsi dall’ ANAMMI in collaborazione con l’ Ispesl, e dedicato all’ attuazione del Testo Unico sulla Sicurezza (D.lgs 81 del 2008) in ambito condominiale.
A chiarire la filosofia e i contenuti del provvedimento sulla salute nei luoghi di lavoro, alla luce della giurisprudenza, è stato Carlo Vito Magli, direttore dell’ Ufficio Affari Legali dell’ Istituto Superiore di Prevenzione e Sicurezza del Lavoro. In particolare, durante il seminario è stata ribadita la posizione di garanzia che l’ amministratore assume nell’ adempiere le prescrizioni in materia di sicurezza dei condomini e dei terzi che eventualmente entrino in contatto con l’ edificio condominale.
In tale ambito, diventa centrale l’ elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), vale a dire il documento nel quale viene formalizzata l’ analisi dei rischi effettivi per chi lavora negli spazi condominiali (portieri e operatori affini, come i custodi, i giardinieri, personale preposto alla vigilanza di piscina o campi sportivi).
Se è vero che nel decreto non è espressamente previsto l’ obbligo di redigere tale documento tuttavia, ha sottolineato Magli, “ciò non esclude, per l’ amministratore, l’ obbligo di valutazione dei rischi presenti o possibili nel condominio, allo scopo di informarne in maniera esaustiva i lavoratori e fornire loro dispositivi di protezione ed attrezzature di lavoro adeguate”.
In altre parole, la mancata previsione dell’ obbligo di valutazione dei rischi riguarda il solo aspetto dell’ elaborazione scritta del documento di valutazione, non l’ attività di valutazione in senso stretto come più volte affermato dalla giurisprudenza. Lo stesso lavoratore per quel che riguarda il suo ambito professionale, deve risultare adeguatamente formato, sulla base di apposita certificazione.
Tuttavia, a fronte di un obbligo di redazione che non c’ è, risulta non facile proporre, in assemblea condominiale, la spesa per elaborare il DVR il quale, grazie al contributo di un tecnico qualificato, può meglio prevedere rischi poco evidenti ma significativi. In particolare, tali rischi riguardano i luoghi di lavoro veri e propri, i fattori di rischio (dall’ incendio agli agenti
allergogeni e chimici, passando per gli apparecchi elettrici) oltre ai pericoli derivanti dall’ uso di prodotti e macchine, come gli attrezzi da lavoro.
Per Giuseppe Bica, presidente dell’ ANAMMI, il D.lgs. n. 81 del 2008 si basa su una cultura della sicurezza che soltanto amministratori competenti possono affermare di possedere. Ecco perché l’ ANAMMI intende proseguire il percorso avviato con l’ aiuto dell’ Ispesl, nella consapevolezza che soltanto così è possibile garantire sia la professionalità dei nostri associati sia gli utenti finali del nostro lavoro, ovvero i condòmini.
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