Il CESCAT – Centro studi casa e territorio di Assoedilizia ha stimato che in Italia esistano circa 5.000 tra chiese, cappelle e oratori pronti al riuso edilizio. Tutti di proprietà privata o di enti ecclesiastici, suscettibili di trasformazione funzionale e di riuso a fini civili. Molte, dopo la sconsacrazione, sono state adibite, con lunghe pratiche ed impegno, ad uso di abitazione o ad usi diversi (terziario – commerciali, artistici, espositivi, ricettivi). Molte rimaste alla destinazione funzionale di culto soffrono di una condizione di degrado per l’ ingente costo comportato dalle spese manutentive. In tempi più recenti, si è registrata una accentuazione della ricerca di tali edifici che, una volta sconsacrati, soprattutto se ubicati in contesti urbani o ambientali di pregio, possono essere utilmente e proficuamente conservati, previa una loro riconversione ad usi civili.
Per l’ utilizzo ai fini abitativi e / o commerciali – terziari, secondo i principi del diritto urbanistico è necessaria una variante di piano urbanistico. Ma, sulla base del testo del piano casa Berlusconi, nella sua provvisoria formulazione, era possibile una modifica di destinazione anche senza opere edilizie; ovviamente impregiudicata la tutela esercitata dagli enti preposti alla tutela di eventuali vincoli culturali, ambientali, monumentali, artistico – storico.
Il presidente Achille Colombo Clerici così ha dichiarato: “In un periodo di squilibri abitativi, quale quello che stiamo vivendo oggi in Italia, tutto il patrimonio edilizio di un Paese deve essere messo in grado di venir utilizzato alla bisogna: non dimentichiamo che in alcune città del pianeta vengono abitati anche i cimiteri.
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cassandra 7 Aprile 2009 il 13:41
da quanto ne so, già esistono case ottenuto dalla ristrutturazione di chiese sconsacrate. Così come si possono trovare, sempre in Italia, abitazioni derivanti da ristrutturazione di vecchie stalle