La Federazione Italiana Mediatori Agenti d’ Affari ha presentato a Torino, nella prestigiosa sede Ascom di via Massena 20, la decima edizione del Listino Prezzi 2008 degli Immobili di Piemonte e Valle d’ Aosta. Dieci anni fa, proprio come oggi, si viveva una fase di incertezza: il Mercato azionario mostrava forte volatilità ed i tassi di interesse erano calati drasticamente. I principali quotidiani italiani del tempo indicavano una ripresa del Mercato Immobiliare con una domanda che, allora come oggi, puntava sulla qualità edilizia e con i prezzi medi degli appartamenti di pregio in due significative zone urbane di Torino, quali il Centro storico e la zona della Gran Madre – Crimea, che si attestavano, rispettivamente, sui 4 milioni di Lire al mq e sui 5 milioni di Lire sempre al mq. Nelle medesime zone urbane della Città le valutazioni del 2008 sono pressoché raddoppiate: in centro, infatti, la valutazione in media risulta di 4 mila Euro al mq, mentre in Gran Madre – Crimea di 5 mila. Un incremento questo, ben al di sopra dell’ inflazione media di periodo, pari a poco meno del 22%.
Al tempo si leggeva, inoltre, che la ripresa del Mercato era testimoniata anche dalla riduzione dei tempi medi di vendita di un’ abitazione: da 9 – 10 mesi del 1995 / ’96 si era arrivati a circa 5 mesi nel 1999. Oggi, i tempi medi di vendita si aggirano sui 7 – 8 mesi. La fase attuale del Mercato Immobiliare nel nostro Paese ha allontanato molti compratori, allarmati dalla difficile situazione economica. Nel 2008 il numero di scambi riferito a tutti gli immobili si è ridotto, rispetto all’anno precedente, del 13,7% (-15,1% per il solo comparto residenziale).
Questo allontanamento è da ricondursi a qualche razionale motivazione economica? Certamente la crisi della liquidità cui sono sottoposte molte famiglie ha un peso notevole, oltre al fatto che molte sono in attesa di variazioni al ribasso delle quotazioni. A Torino le variazioni annuali dei prezzi di vendita relative agli appartamenti usati di tipo signorile, calcolate da Fimaa Torino per il 2008, si attestano sul +1,2%, mentre risultano lievemente calanti gli appartamenti usati di tipologia media (-0,2%). In Provincia, invece, si assiste ad una diminuzione più consistente che coinvolge tanto gli appartamenti usati signorili (-1,3%), quanto quelli medi (-2,0%).
Nel Capoluogo subalpino, il numero di scambi di abitazioni nell’ anno di riferimento risulta in calo di 19,5 punti percentuali, la performance nel resto della Provincia è invece del 13,5%. Sugli stessi livelli la riduzione del monte erogato dei finanziamenti, oltre il breve termine, delle famiglie consumatrici: il dato provinciale, al 30 settembre 2008, presenta una riduzione rispetto al flusso dell’ anno precedente del 15,6%. Questi dati, tuttavia, non devono scoraggiare perché in tale fase congiunturale la possibilità di fare buoni affari è garantita da un’ offerta che, a differenza di qualche anno fa, permette una migliore scelta. Inoltre, i prezzi si potranno assestare verso il basso (lieve calo), ma non avranno gli stessi impatti negativi rispetto ad altre realtà.
Le motivazioni:
– In Italia i prezzi delle case sono saliti meno che in altri Stati (in media nominale, al lordo cioè dell’ inflazione, del 120% contro oltre il 190% in Spagna, il 213% nel Regno Unito, il 240% in Irlanda).
– L’ Italia ha una caratteristica strutturale di alti tassi di risparmio (un quinto del reddito nazionale lordo viene risparmiato ogni anno, la stessa quota di reddito è negli Stati Uniti meno di un settimo).
– Il sistema bancario nazionale sembra meno intossicato di altri da prodotti speculativi finanziari particolarmente aggressivi.
– I tassi principali di rifinanziamento BCE sono scesi a dicembre di 75 punti base, a gennaio ed a marzo di altri 100 (50 in ciascun mese) attestandosi oggi sull’ 1,5%, con ripercussioni sull’ Euribor, ai minimi storici.