Nel 2008 è risultata positivo il trend del comparto delle ristrutturazioni abitative che hanno goduto del bonus fiscale del 36%. Infatti sono risultate complessivamente 391.688, in calo del 2,7% rispetto all’ anno record del 2007, ma rappresentano la migliore performance dal 1988 ad oggi. Il dato di dicembre è comunque ancora positivo e fa registrare un +18% rispetto a novembre ed un +19% rispetto allo stesso valore registrato a dicembre del 2007.
Una domanda in crescita, quindi, ma proprio per questo in controtendenza rispetto al calo dei consumi e degli investimenti, pertanto potrebbe risentire di decisioni prese qualche mese prima e quindi si allontana la sua validità congiunturale. Occorre aspettare i dati riferiti ai primi mesi del 2009 per capire se dietro a questi tipi di interventi esiste una domanda sostenibile e propulsiva per il settore.
Lo scenario atteso per il 2009 appare critico
Il quadro preoccupante tracciato a fine 2008 assume proporzioni più allarmistiche se riferito al 2009. Secondo le imprese associate all’ Ance, i livelli produttivi attesi caleranno del 6,8% (a fronte del -1,5% previsto nell’ indagine di settembre 2008) e si ipotizzano forti difficoltà per tutti i comparti, in particolare per l’ edilizia abitativa di nuova edificazione, per la quale si attende una contrazione media degli investimenti pari al -9,2%. La situazione è più preoccupante nel Nord del Paese rispetto al Sud, dove le contrazioni previste sono di minore entità. Preoccupazioni anche sul fronte occupazionale: l’ Ance stima che nel 2009 ci potrebbe essere un calo di circa 250.000 occupati, anche dell’ occupazione indotta sui settori collegati.
La stretta creditizia denunciata dalle imprese
Le preoccupazioni espresse dagli imprenditori edili sono direttamente proporzionali alla stretta creditizia attuata dalle banche (gli istituti di credito richiedono il rientro immediato da alcune esposizioni oppure aumentano gli spread praticati), al calo della fiducia (quindi della domanda) delle famiglie e delle imprese e, per quanto concerne le Opere Pubbliche, ai forti ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione a fronte dei lavori eseguiti. Le modalità con cui gli istituti di credito stanno attuando questa restrizione sono diverse: -il 56% del campione di aziende denuncia un allungamento dei tempi di istruttoria; -il 55% un aumento dello spread praticato; -il 46% una richiesta di garanzie aggiuntive; -il 36,7% una riduzione della quota di finanziamento sull’ importo totale dell’ intervento.