Sono ormai noti a tutti i danni causati alla nostra salute dalle polveri sottili contenute nei gas di scarico delle automobili, ma poco si parla delle polveri sottili domestiche e delle altre sostanze inquinanti, emesse da intonaci, pavimenti, parquet e altri materiali edili. Il contenimento delle polveri sottili da interno e delle altre sostanze inquinanti presenti in casa è uno dei molteplici problemi su cui si concentra l’ edilizia bioecologica, quella cioè che si prefigge l’ utilizzo di materiali rispettosi dell’ uomo e dell’ ambiente. L’ edilizia bioecologica fissa limiti e rigorosi criteri di misurazione delle emissioni di Cov da parte dei materiali, al fine di ridurre entro margini di sicurezza la presenza delle sostanze nocive nell’ ambiente domestico.
Per tenere sotto controllo rischi di questo tipo e offrire ai consumatori e al mercato una garanzia indipendente è nata, da un accordo tra Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica) e Icea (Istituto di certificazione etica e ambientale), la prima certificazione interamente italiana per l’ edilizia bioecologica. Icea, leader italiano nella certificazione del Biologico, con sede a Bologna, subentra infatti ai due istituti stranieri, cui Anab aveva precedentemente affidato le certificazioni a proprio marchio.
I requisiti cui devono rispondere, in generale, i materiali della bioedilizia certificata Anab – Icea sono: derivare da materie prime facilmente rinnovabili ed ottenute con pratiche agricole e forestali sostenibili, o da minerali estratti con ridotto impatto ambientale; non contenere sostanze pericolose per l’ uomo o per l’ ambiente; prevedere una riduzione del consumo energetico in tutto il ciclo di vita dalla fase di preparazione, a quella di uso e di dismissione / recupero; comprendere specifiche di installazione e di manutenzione, ad uso dei progettisti e degli utilizzatori, che assicurano la riduzione dell’ impatto ambientale durante la fase di realizzazione degli edifici e di uso; non emettere sostanze inquinanti che sono note o sospette di causare malattie, disagio umano nei fruitori degli ambienti confinanti.
Un altro problema affrontato dall’ edilizia biologica e per il quale, in Italia, ancora poco si è fatto, è quello della radioattività domestica. Tutti i materiali rilasciano una radioattività naturale, tanto che anche all’ aperto è rilevabile una radioattività naturale di fondo. Nelle abitazioni le emissioni radioattive dei materiali edili possono oltrepassare i livelli di guardia. La bioedilizia risponde a questo problema, introducendo misurazioni e controlli sui materiali usati e limiti per le emissioni radioattive.
L’edilizia bioecologica fissa limiti e rigorosi criteri di misurazione delle emissioni di Cov da parte dei materiali, al fine di ridurre entro margini di sicurezza la presenza delle sostanze nocive nell’ ambiente domestico. Per tenere sotto controllo rischi di questo tipo e offrire ai consumatori e al mercato una garanzia indipendente è nata, da un accordo tra Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica) e Icea (Istituto di certificazione etica e ambientale), la prima certificazione interamente italiana per l’ edilizia bioecologica. Icea, leader italiano nella certificazione del Biologico, con sede a Bologna, subentra infatti ai due istituti stranieri, cui Anab aveva precedentemente affidato le certificazioni a proprio marchio.