Promuovere e accelerare la ripresa economica e superare la crisi, puntando sull’ edilizia, significa non solo scommettere sul comparto industriale che per anni ha continuato a produrre ricchezza e occupazione, trainando, anche nei momenti più difficili, la crescita del Paese, ma anche e soprattutto dare risposte importanti e attese a due fabbisogni forti dei cittadini e dell’ economia: da una parte quello abitativo, dall’ altro quello di adeguamento e rilancio del sistema delle infrastrutture.
Per queste ragioni è necessario un piano straordinario per le infrastrutture. In particolare l’ Ance chiede di non limitare l’ utilizzo delle risorse solo a poche grandi opere, ma anche a piccole e medie infrastrutture pronte a partire fin da subito, producendo gli effetti positivi necessari ad accelerare la ripresa. Questa, infatti, è la categoria di interventi che può migliorare concretamente la qualità della vita e la sicurezza degli italiani, creare occupazione, sostenere la tenuta e la crescita del tessuto delle piccole e medie imprese.
Ed è proprio in quest’ ottica che l’ Associazione ha messo a punto una lista di opere urgenti su tutto il territorio nazionale che è stata inviata al presidente del Consiglio. Ma c’ è un altro grande fronte su cui intervenire, che è quello dell’ accesso alla casa. In questo senso credo che il Piano nazionale di edilizia abitativa varato dal governo sia un progetto fondamentale che consentirà di rispondere, dopo molti anni di disattenzione, al fabbisogno abitativo di larga parte delle famiglie italiane.
L’ Ance ha avanzato una proposta che consentirebbe di realizzare le abitazioni che servono a costo zero per lo Stato. Ma in questo momento l’ Associazione ritiene assolutamente utile e opportuno anche un altro intervento di natura anticongiunturale da parte dello Stato. Un intervento mirato a sostenere la domanda di abitazioni e in particolare l’ acquisto di nuovi alloggi ecosostenibili.
Il governo, a nostro avviso, potrebbe intervenire sotto due diverse forme: o con un’ agevolazione in conto interessi oltre la soglia del 3,5% a favore dell’ acquirente dell’ immobile, o fornendo una garanzia sul 50% dell’ importo finanziato a fronte dei mutui contratti. In questo modo si scongiurerebbe una frenata negli acquisti della prima casa, specie da parte delle fasce più deboli.