Slitta il varo del DL dopo l’ incontro di Berlusconi al Quirinale. Da Napolitano considerazioni di natura istituzionale per evitare un conflitto di competenze Stato – Regioni. Procede l’ iter del Piano Casa per l’ aumento delle cubature, che dovrà tenere presenti le osservazioni mosse dal Presidente della Repubblica. L’ incontro tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Capo dello Stato Giorgio Napolitano per la valutazione delle condizioni di necessità e urgenza in cui versa il settore edile. Già dai giorni scorsi era infatti emersa la proposta di far procedere il Piano Casa su due binari paralleli.
Da una parte la decretazione di urgenza, con un decreto legge in 6 articoli contenente misure straordinarie a tempo in chiave anticiclica per il rilancio immediato delle costruzioni. Dall’ altro lato un disegno di legge per la trattazione delle materie di maggiore complessità. La decretazione di urgenza non si addice infatti alla disciplina di materie riservate costituzionalmente alla competenza delle Regioni o che potrebbero incontrare riserve di costituzionalità.
Al contrario l’ iter più lungo del disegno di legge servirà alla modifica della normativa esistente, come Testo unico dell’ Edilizia e Codice dei Beni Culturali, toccando anche competenze regionali e possibili sconti fiscali. Misure alle quali non può essere riconosciuto il requisito di urgenza con finalità anticrisi. Le osservazioni mosse da Napolitano si basano proprio sulla richiesta di approfondimento dei punti di urgenza e necessità e sulla competenza delle Regioni.
Secondo il Capo dello Stato rimuovere alcuni ostacoli burocratici non significa edificabilità automatica, i tempi per il ritorno economico rimangono quindi incerti. La proposta del Governo sarà esaminata dalle Regioni. Anche l’ Anci, Associazione nazionale dei comuni italiani, ha chiesto un meeting al Ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e a quello per le Infrastrutture Altero Matteoli prima che si riunisca il CdM.
Probabilmente la discussione, prevista per venerdì 20 marzo, è slittata a causa di impegni istituzionali e ulteriori modifiche alla bozza di decreto. La potestà legislativa delle Regioni in materia urbanistica e la competenza dei Comuni per la predisposizione dei piani regolatori potrebbero generare disomogeneità territoriali. Sono queste le preoccupazioni espresse da Legautonomie in merito al rischio peggioramento della qualità territoriale.
Confermata la contrarietà anche da parte dell’ opposizione, che considera la proposta del Governo un condono preventivo e, nel caso di Antonio Di Pietro, una “istigazione a delinquere”. Tiepide le considerazioni espresse durante l’ audizione alla Camera da Mario Draghi, Governatore della Banca d’ Italia, secondo il quale il Piano Casa avrebbe una portata incerta. Non sarebbe infatti assicurato il ritorno di 60 miliardi di euro promesso dal Governo, generato dalla semplificazione normativa e dalla riduzione del contributo per le costruzioni. Incertezza aggravata dalla complessità degli interventi, che coinvolgono concorrenza di competenze, tutela ambientale e equilibrio urbanistico.
Favorevole Finco, Federazione di Confindustria che rappresenta il settore delle costruzioni e manutenzioni edili e stradali. Contraria alla cementificazione selvaggia, guarda con favore gli aumenti di cubatura del 30 e 35%, rientranti anche nel progetto “Abbattere per ricostruire”. Più cautela invece sul 20% da applicare al patrimonio esistente.