Nasce la prima certificazione interamente italiana nel campo dell’ edilizia bioecologica: 10 aziende edili e 26 classi di prodotti già certificati: dagli intonaci con calce naturale agli isolanti in sughero, dalle ceramiche ai laterizi porizzati con materiali naturali. Protagonisti dell’ iniziativa Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica) e Icea (Istituto per la certificazione etica ed ambientale). Nel Modenese il primo incontro tra produttori e certificatori.
Sono ormai noti a tutti i danni causati alla nostra salute dalle famigerate polveri sottili contenute nei gas di scarico delle automobili, ma poco si parla delle polveri sottili domestiche e delle altre sostanze inquinanti, emesse da intonaci, pavimenti, parquet e altri materiali edili. Il contenimento delle polveri sottili da interno, delle più impalpabili e pericolose tra loro, le pm10, e delle altre sostanze inquinanti presenti in casa è uno dei molteplici problemi su cui si concentra l’ edilizia bioecologica, quella cioè che si prefigge l’ utilizzo di materiali rispettosi dell’ uomo e dell’ ambiente. Le sostanze che danno luogo alle polveri delle case, infatti, come a tantissime altre sostanze inquinanti, sono i composti organici volatili (Cov).
L’ edilizia bioecologica fissa limiti e rigorosi criteri di misurazione delle emissioni di Cov da parte dei materiali, al fine di ridurre entro margini di sicurezza la presenza delle sostanze nocive nell’ ambiente domestico. Per tenere sotto controllo rischi di questo tipo e offrire ai consumatori e al mercato una garanzia indipendente è nata, da un accordo tra Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica) e Icea (Istituto di certificazione etica e ambientale), la prima certificazione interamente italiana per l’ edilizia bioecologica. Icea, leader italiano nella certificazione del Biologico, con sede a Bologna, subentra infatti ai due istituti stranieri, cui Anab aveva precedentemente affidato le certificazioni a proprio marchio.
I requisiti cui devono rispondere, in generale, i materiali della bioedilizia certificata Anab – Icea sono: derivare da materie prime facilmente rinnovabili ed ottenute con pratiche agricole e forestali sostenibili o da minerali estratti con ridotto impatto ambientale; non contenere sostanze pericolose per l’ uomo o per l’ ambiente; prevedere una riduzione del consumo energetico in tutto il ciclo di vita dalla fase di preparazione, a quella di uso e di dismissione / recupero; comprendere specifiche di installazione e di manutenzione, ad uso dei progettisti e degli utilizzatori, che assicurano la riduzione dell’ impatto ambientale durante la fase di realizzazione degli edifici e di uso; non emettere sostanze inquinanti che sono note o sospette di causare malattie, disagio umano e discomfort nei fruitori degli ambienti confinati.
Purtroppo, i sistemi produttivi dell’ edilizia, talvolta, non si curano a sufficienza dei problemi legati al rispetto della salute dell’ uomo e dell’ ambiente. “Icea e Anab sono gli unici in Italia ha occuparsi della certificazione dei materiali edili bioecologici” dice Nino Paparella, presidente di Icea. “L’ obiettivo del nostro accordo è quello di offrire un sistema di garanzia che premi anche la ricerca e l’ innovazione ambientale portata avanti da molte imprese italiane”. Come afferma Giancarlo Allen, segretario nazionale Anab, “il programma di certificazione avviato anni fa da Anab si faceva interprete di una pressante richiesta di orientamento e garanzia da parte degli operatori del settore e del pubblico in generale, ma si è anche dimostrato essere un efficace strumento di promozione dei migliori prodotti presenti sul mercato”.
Un altro problema affrontato dall’ edilizia biologica e per il quale, in Italia, ancora poco si è fatto, è quello della radioattività domestica. Tutti i materiali rilasciano una radioattività naturale, tant’ è che anche all’ aperto è rilevabile una radioattività naturale di fondo. Nelle abitazioni le emissioni radioattive dei materiali edili possono oltrepassare i livelli di guardia. La bioedilizia risponde a questo problema, introducendo misurazioni e controlli sui materiali usati e limiti per le emissioni radioattive. Controlli di questo tipo non sono normalmente garantiti dall’ edilizia tradizionale. In alcuni paesi, come gli Usa, esistono precisi limiti a riguardo, mentre nel nostro Paese non ci sono ancora regolamentazioni.