Anche l’ Italia avrà la sua catena di alberghi “cheap and chic”, grazie a Freestyle, progetto della R & D Hospitality in collaborazione con lo studio di architettura Montanari e la società di Htms International per un budget hotel rivolto ad un target low cost oriented. Pensata per i turisti di nuova generazione con uno stile di vita low cost, ma un gusto particolarmente sviluppato per l’ estetica, la nuova iniziativa ricettiva punta ad un pubblico piuttosto eterogeneo, dai giovani, alle famiglie passando per i viaggiatori business. Ispirato alla tipologia organizzativa della compagnia aerea olandese e allo stile del colosso svedese Ikea, il progetto Freestyle è nato da una ricerca dei ragazzi del master in Management del Turismo dello Iulm di Milano.
L’ ostacolo normativo è stato superato con soluzioni spaziali innovative: da una parte camere da 4 – 5 posti letto posizionati in modo da garantire l’ autonomia al singolo e favorire allo stesso tempo la socializzazione, dall’ altra un modello residence per famiglie e soggiorni più lunghi. Inoltre sono previsti ambienti comuni e servizi a pagamento come lavanderie o bookshop, variabili in base alle esigenze del singolo albergo. Il contenimento del prezzo (circa 30 euro per notte), a fronte della qualità estetica offerta all’ ospite, è reso possibile dal basso investimento strutturale, consistenti risparmi sui costi di gestione, massiccio utilizzo di tecnologie ecocompatibili, nonché commercializzazione via web. Tutto ciò garantisce una redditività superiore al 10% sul capitale iniziale.
Il piano di sviluppo punta alla diffusione su tutto il territorio italiano, in particolare nelle zone già servite da hub low cost o che hanno forti punti di attrattiva come le università: Milano, Torino, Roma e Napoli quindi, ma anche Bergamo, Verona, Pisa, Bologna, Sassari. L’ idea è di partire dal capoluogo lombardo, dove i contatti con alcuni possibili investitori sono già avviati. L’ obiettivo è quello di intercettare il flusso turistico atteso per l’ Expo. “La tipologia ricettiva – ha spiegato l’ architetto Antonio Montanari – è flessibile: può interessare oltre agli imprenditori privati, gli enti pubblici: le strutture infatti possono essere utilizzate da subito o convertite dopo il 2015 in spazi di housing sociale”.