Il Veneto ha un altro primato: la campagna di screening energetico “Accendi il risparmio”, la prima azione in Italia di monitoraggio tecnico – scientifico su edifici pubblici portata avanti da un’ associazione ambientalista come Legambiente Veneto e un’ istituzione come la Regione Veneto in collaborazione con l’ Università IUAV di Venezia, l’ Ance Veneto e il centro di ricerca CMR di Schio. 52 i complessi edilizi in 37 comuni delle province venete che sono stati monitorati dalla squadra di tecnici di Legambiente, forniti di Termocamere, blower door test, termoflussimetri, sonde ambiente per temperatura e umidità, tutti coordinati da docenti delle Facoltà di Architettura di Venezia. Asili, scuole elementari, medie, superiori, alcuni comuni e biblioteche a Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Venezia, Treviso, Belluno.
I risultati presentati fanno riflettere molto sullo stato del patrimonio scolastico: la maggior parte degli edifici sono vecchi e non hanno molto margine per migliorie significative del loro comportamento energetico senza stravolgerne l’ architettura o la funzionalità (Il 22% del campione è stato costruito prima degli anni ‘50, il 51% invece tra gli anni 50 – 70). Tutte le strutture sono continuamente mantenute in efficienza e le normative di sicurezza sono rispettate, ma sono molti gli sprechi in atto che presentano dispersioni comprese tra i 250 kWh / mq e i 300 kWh / mq. In termini economici significa un consumo di 40 euro / mq annuo. Il 95% degli edifici monitorati rientrano in classe energetica G, la peggiore. Un quadro deprimente ma ricco di potenzialità di interventi.
“In una crisi economica vera, pesante, che sta investendo anche il settore edilizio – spiega Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto – la priorità climatica ed energetica si intreccia a quella occupazionale. Legambiente ha la convinzione che si debba lanciare un chiaro messaggio di cambiamento e di innovazione al Governo, alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie con proposte che siano immediatamente praticabili, finalizzate alla salvaguardia ambientale per combattere la recessione”.
“Realizzare interventi negli edifici è indubbiamente conveniente in termini economici – commenta Edoardo Zanchini, responsabile energia Legambiente Nazionale – ma non ha senso farlo in un modo indiscriminato, aggiungendo metrature e andando a premiare la solita edilizia, quella speculativa come propone il piano casa ad esempio, che tocca la pancia degli italiani, perché non fa rischiare denaro, ma è una foglia di fico! Non propone una riqualificazione con un miglioramento reale degli standard energetici, vera frontiera dell’ innovazione per il nostro paese. Come Legambiente nazionale, sono orgoglioso e fiero che proprio dal Veneto parta uno screening energetico di questa qualità e così propositivo da offrire già alle istituzioni dei livelli graduali di intervento”.
“Accendi il risparmio”, una campagna di monitoraggio e di analisi, diventa quindi una proposta concreta e immediata per comprendere e condividere con l’ imprenditoria e le istituzioni la possibilità di intervenire subito dove sia necessario in termini economici e di rispetto ambientale. Dallo screening energetico infatti emerge che le principali fonti di dispersione di energia, e quindi di spreco economico, sono di derivazione “strutturale”: scarsità di isolamento delle pareti, serramenti in vetro da sostituire, impianti di riscaldamento da riadattare, ventilazione, tetti non isolati e i ponti termici ovvero elementi della struttura che concedono il passaggio di calore dall’ interno all’ esterno e viceversa (ad esempio il davanzale).
In particolare richiama l’ attenzione la problematica inerente il ricambio d’ aria: la ventilazione risulta scarsa nel 97% delle aule prive di sistema di ventilazione meccanico e solo nel 13% di quelle con sistema di ventilazione installato. Nella maggior parte delle strutture analizzate, se noi dovessimo aprire le finestre per garantire la ventilazione che la normativa chiede, dovremmo tenere le finestre aperte, disperdendo il calore ottenuto nell’ ambiente e lasciando i ragazzi al freddo. Oggi la ventilazione intesa come ricambio dell’ aria interna viene effettuata durante l’ intervallo e al limite durante il cambio d’ ora e sicuramente dopo la fine delle lezioni. Nelle scuole non esiste un sistema di ricambio meccanico. I serramenti a lastra singola (in vetro semplice) sono presenti nel 50% degli edifici analizzati, ponendo così un problema di sicurezza per i ragazzi prima ancora che di energia perché quasi tutti non sono lastre consentite dalle norme. Serramenti non di sicurezza (sia a lastre singole che vetrocamera) sono presenti nell’ 80% degli edifici analizzati.
Quanto agli impianti il 20% presenta caldaie più vecchie di 20 anni, mentre da non trascurare è il 30% degli edifici che presenta radiatori pieni d’ aria o parzialmente caldi, elemento negativo non della costruzione in se stessa, ma di gestione quotidiana dell’ edificio. Mentre si fa sempre maggiore l’ attenzione alla classe energetica degli edifici, indicatore complessivo dello stato di efficienza delle costruzioni, le scuole analizzate si collocano in basso: in classe F il 5%, in classe G il 95%. Una serie di dati che non devono indurre a conclusioni pessimistiche, ma propositive.
Come si può intervenire?
Le attività di intervento edilizio possibili sono: isolamento delle coperture (i tetti), la sostituzione dei serramenti con componenti più isolanti, la realizzazione di cappotti termici (isolanti alle parenti) dove non siano presenti, la copertura dei ponti termici con materiali isolanti, la sostituzione delle vecchie caldaie con impianti più moderni ed efficienti, e per garantire il ricambio d’ aria il sistema meccanico di ventilazione. Tutti questi interventi economici, anche dilatati nel tempo, garantirebbero un risparmio fino al 70% della spesa attuale facendo passare la spesa di 40 euro al mq / annui a 10-15 euro al mq / annui. Un investimento quindi ammortizzabile in media in 10 – 12 anni.
In molti casi sono stati effettuati interventi che hanno incrementato l’ efficienza degli impianti, ma resta molto da fare sulla regolazione del clima interno: le misure dei valori di temperatura ed umidità dell’ aria interna hanno messo in evidenza anche la mancanza di sensibilità degli utenti verso semplici azioni che costituiscono l’ abc del risparmio energetico. È frequente infatti che il riscaldamento sia lasciato funzionante senza attenuazioni di funzionamento durante le ferie. Accanto all’ intervento tecnico è indubbiamente necessario agire sulla cultura di rispetto ambientale e risparmio energetico.