Ne hanno discusso importanti esperti internazionali del settore. La Lombardia è in linea con le migliori esperienza europee di housing sociale (Fiandre, Galles e Olanda) grazie anche alla decisione assunta dalla Giunta regionale di inaugurare, sin dal 2004, un nuovo modo di fare politica per la casa, basato non solo sulla realizzazione e la riqualificazione di alloggi a canone sociale, ma anche di quelli a canone moderato o convenzionato per famiglie che possono affrontare una spesa mensile compresa fra 350 a 500 euro. È questo il dato principale emerso dal convegno internazionale “Housing Sociale. Esperienze europee a confronto per un modello lombardo”, che si è svolto il 5 marzo presso la Camera di Commercio di Milano.
Dalle relazioni è emerso con chiarezza che i prezzi di vendita e di affitto delle case in Lombardia restano molto alti, che il fabbisogno abitativo si acuisce, presentando caratteristiche diverse e che anche lo scenario sociale fa registrare notevoli cambiamenti. È una situazione nuova che va affrontata valorizzando l’ housing sociale. Alle persone che hanno bisogno di un sostegno pressoché totale e che vengono già aiutati con un’ offerta di alloggi a canone sociale, si è infatti affiancata una fascia intermedia (giovani coppie, lavoratori, famiglie numerose) che, non potendo sostenere i costi del libero mercato, si rivolge alle istituzioni per chiedere un casa a canone moderato. Ciò significa che anche le famiglie del cosiddetto ceto medio (lavoratori temporanei e le famiglie numerose) sono in difficoltà a trovare un affitto a costi accessibili e spendono oltre due terzi del proprio stipendio per pagare il canone di locazione.
La politica per la casa oggi rappresenta lo snodo di problemi che interessano politiche territoriali, sociali e finanziarie e che vanno affrontate integrando le competenze dei diversi livelli istituzionali coinvolti, responsabilizzando anche i soggetti privati e del terzo settore. Questo modus operandi all’ estero ha già permesso di ingrandire la platea dei soggetti coinvolti aumentando le possibilità dei cittadini di ottenere case a prezzo calmierato. Una politica, dunque, che produce importanti frutti e che pertanto Regione Lombardia vuole replicare, incentivandola per quanto possibile e cogliendone tutti gli aspetti innovativi. È evidente che per una fascia significativa della popolazione la casa costituisce un bene non facilmente accessibile e per questo è indispensabile intervenire garantendo l’ appoggio economico per la realizzazione di abitazioni a canone sociale.
D’ altro canto emerge sempre più l’ esigenza di progettare interventi caratterizzati da mix abitativo con la presenza di abitazioni, in quota parte, a canone sociale. L’ esperienza ci insegna che il successo delle singole iniziative dipende in maniera preponderante da quanto le istituzioni sono capaci da una parte di condividere scelte strategiche e obiettivi e dall’ altra di coordinarsi per assicurare procedure efficaci. È dunque molto importante che anche i Comuni si sentano parte integrante di questo processo mettendo fin da subito a disposizione aree a prezzi molto contenuti.
cassandra 9 Marzo 2009 il 16:08
in effetti, con la crisi che avanza e i prezzi delle case che non sembrano cedere più di tanto, sarebbe giusto pianificare aiuti anche per il tanto bistrattato “ceto medio”. Consideriamo che questa classe sociale, che è sempre stata il motore trainante della nostra economia, raccoglie la maggior parte delle famiglie italiane. Ben vengano quindi appartamenti “convenzionati” anche per chi non è esattamente indigente, ma poco ci manca
Stefano Marchetti 11 Marzo 2009 il 14:20
Sono assolutamente d’accordo con cassandra.
L’economia, da sempre, si basa sulle classi sociali cosiddette “minoritarie” (non in senso spregiativo, quanto figurativo in una ipotetica gerarchia economico-sociale).
Con l’attuale crisi in atto, consentire al ceto medio di fruire di concessioni economiche mi sembra doveroso. non solo dal punto di visto più o meno etico, ma soprattutto da quello economico.
Per ripartire, occorre la forza di tutti, ma sono le classi medie che faranno ripartire il motore della nostra economia. L’housing sociale, come altre ottime inizative in fase di approvazione, è una soluzione da prendere in seria considerazione.
Se l’affitto a Milano è alto, come notava il redattore, non parliamo delle compravendite.
Il classico cartello “vendesi appartamento” non è più molto appetibile e lusinghiero, così come comprare casa sembra più un’avventura entusiasmante che una spesa impegnativa.
Insomma, bisogna fare qualcosa e l’housing sociale mi sembra una proposta più che interessante.
Stefano.