Una due giorni dedicata a una delle emergenze più drammatiche del nostro Paese. Verga:”Serve collaborazione tra enti così come tra pubblico e privato. Da rivedere la fiscalità e i tempi delle procedure” . La casa è una delle emergenze più drammatiche del nostro Paese. Il convegno dal titolo, “I Comuni e la questione abitativa: le nuove domande sociali, le possibili risposte e gli strumenti operativi” si pone l’obiettivo di far emergere il fabbisogno abitativo delle città italiane e propone un Piano Casa dell’Anci da mettere a disposizione al Governo che presenterà il suo Piano Casa nei prossimi giorni. Il documento è stato realizzato dagli assessori alla Casa dei comuni ad alta tensione abitativa come Roma, Milano, Torino, Napoli, Venezia, Bologna, Genova. “L’iniziativa dei comuni ad alta tensione abitativa – ha spiegato l’assessore alla Casa Gianni Verga – ha già conseguito un obiettivo nel 2007: far rientrare l’edilizia sociale tra i servizi della città e, in quanto tale, poterla realizzare sulle aree a servizi, peraltro recuperando aree aggiuntive a quelle per i servizi primari, come scuola, verde, servizi sociali.
Per realizzare il maggior numero di alloggi di edilizia pubblica e per far riprendere il mercato dell’affitto, è necessario ridurre i costi del prodotto finito in modo tale che anche i privati, tramite agevolazioni fiscali, ritrovino la convenienza a investire nell’edilizia per l’affitto”.
“La casa “aiutata”, ha spiegato l’assessore alla Casa Gianni Verga, “non si rivolge solo alle fasce di bisogno più urgente e drammatico, ora questo discorso si amplia. Basti pensare agli universitari e all’edilizia di uso temporaneo, poi c’è quella fascia di utenza che non è nelle condizioni per entrare nelle graduatorie dell’edilizia residenziale pubblica, ma che nello stesso tempo non ha la disponibilità di risorse economiche per accedere al libero mercato. Il fabbisogno si è notevolmente ampliato: da una parte c’è quello tradizionale, ma ci sono le nuove esigenze abitative, comprese quelle degli immigrati”. “La domanda tradizionale è monitorata con i bandi semestrali che consentono di avere una fotografia sempre attuale delle richieste di edilizia sociale. Milano”, ha proseguito l’assessore Verga, “ha urgente bisogno di ampliare l’offerta di case in affitto a costi accessibili e a canone sociale. Attualmente – oltre alla domanda di edilizia sociale, che si può quantificare in 18mila alloggi, come risulta dai bandi a tutto il giugno 2008 – è verosimile considerare un’aggiuntiva forte domanda di 30/35mila famiglie in cerca di un alloggio a condizioni agevolate”.
Le proposte e l’esperienza del Comune di Milano diventano proposta nazionale. Quello, infatti, che l’Amministrazione comunale milanese ha fatto, mettendo a disposizione aree e risorse con l’esperienza iniziata nel 2005, è diventata base di partenza e suggerimento dapprima per le grandi città d’Italia e ora per tutto il Paese.
La domanda di abitazioni è articolata, le esigenze sono differenziate. Il fabbisogno non riguarda solo i più indigenti, ma anche tutti coloro che non riescono ad accedere al libero mercato, le categorie speciali di lavoratori (dipendenti del comparto pubblico, di quello sanitario, di quello dei trasporti), gli universitari fuori sede, le esigenze per l’uso temporaneo di alloggi. Le risposte devono essere molteplici proprio perché la domanda è molto articolata.
Milano: la “casa aiutata”, idee e strategie Anci e Governo a confronto
di 11 Ottobre 2008Commenta