Nessuna preoccupazione di rischio crack del mercato immobiliare; ma neppure illusioni di rimbalzi dei prezzi degli immobili che, data la tempesta sulle borse, possano essere individuati come oggetto di speculazione quali beni-rifugio”. Lo afferma il Presidente di Assoedilizia che sostiene come, in una crisi planetaria che ha dato luogo a un impoverimento complessivo delle risorse finanziarie (i soli valori di capitalizzazione delle Borse sono scesi di 2.500 miliardi dall’inizio dell’anno), con conseguente crisi di liquidita’,cio’ non possa accadere. La casa in Italia,peraltro, pur vedendo assestarsi il proprio valore, è ben lontana dai rischi che hanno travolto il mercato immobiliare in America e in altri Paesi. “Le operazioni di “riporto dell’immobile”- cui hanno fatto largo ricorso le famiglie americane – operazioni favorite storicamente da una continuativa crescita dei valori, dal basso costo dei mutui, dal minor rapporto di copertura della esposizione debitoria, rispetto al valore immobiliare, adottato dalle banche in sede di erogazione dei mutui (coperture talora superiori ai prezzi di acquisto) – hanno fatto sì che, ai primi segnali di crisi dei valori di mercato, si sia scatenato un effetto-domino che ha travolto l’intero comparto.
“Tutto ciò in Italia non si è verificato: e non credo si verifichera’. Il mercato immobiliare italiano ha un andamento poco dinamico (scarsa mobilità abitativa e ridotto ricorso al sistema dell’investimento a reddito per gli usi diversi dall’abitazione); le famiglie italiane che hanno comprato casa non si sono lanciate nella irresponsabile corsa alla speculazione arrivando, come negli Usa, a cambiar casa per fare un affare ed a finanziare anche le spese familiari con i finanziamenti dei mutui. Inoltre il patrimonio immobiliare italiano è stabilmente nelle mani di oltre 20 milioni di famiglie sensibilmente meno indebitate di quelle statunitensi ed europee; il flottante annuo è pari a meno del 2 % del valore di capitalizzazione degli immobili e quest’ultimo rappresenta oltre dieci volte la capitalizzazione della Borsa”.
Ciò non vuol dire che il settore sia esente da sofferenze: ad esempio, il rincaro del costo del denaro ha fatto innalzare il costo delle rate dei mutui, creando problemi alle famiglie. E il calo della domanda per investimento dato dalla bassa redditività degli immobili che riduce l’offerta in locazione rappresenta un ulteriore freno per l’economia nazionale quasi ferma.
“Per rilanciare il mercato immobiliare – conclude Colombo Clerici – sarebbe necessaria una nuova politica di alleggerimento fiscale che generasse una ripresa del settore e una maggiore dinamicità delle compravendite, e dell’offerta abitativa in locazione. ”
Assoedilizia: nessun crack immobiliare, ma neppure speculazione al rialzo
di 6 Ottobre 2008Commenta