Si prevede, proiettando il trend attuale sulla seconda metà dell’anno, una riduzione delle compravendite di abitazioni nel 2008 di almeno il 10% (80 mila unità) che porterebbe il mercato abitativo nel 2008 ai livelli del 2002. Per quanto riguarda i prezzi si prevede che il 2008 registrerà prezzi nominali stabili e, quindi, prezzi reali in flessione in misura pari a quella dell’inflazione.
I dati sono contenuti nel Secondo rapporto Nomisma 2008 sul mercato immobiliare, presentato a Bologna lo scorso 17 luglio. Dopo che nel corso del 2007 le compravendite di abitazioni sono diminuite del 4,6% in Italia (raggiungendo quota 806 mila) e del 9,3% nelle grandi aree urbane, anche il primo semestre del 2008 è all’insegna di un mercato residenziale con segnali di affaticamento ed ulteriori flessioni sui volumi dei contratti. La domanda è molto debole (le intenzioni di acquisto di un’abitazione nei prossimi dodici mesi sono sui livelli minimi dell’1,8% delle famiglie a fronte del 7% di inizio anni 2000) e l’offerta trova difficilmente allocazione sia che si tratti di stock esistente che di nuova edilizia, accumulandosi sempre di più in particolare nelle frange periferiche delle città. Nel 2007 il valore totale delle case vendute è stato di circa 123 miliardi di Euro; nel 2008 il valore del mercato dovrebbe scendere a circa 110 miliardi.
Il 51% delle compravendite soddisfa esigenze di prima casa – in tendenziale aumento rispetto a quanto osservato l’anno scorso – frutto della domanda di nuove famiglie e del passaggio dall’affitto alla proprietà della popolazione immigrata straniera. Chi intende sostituire la casa per modificare la propria condizione abitativa in proprietà o chi vuole investire preferisce attendere che il mercato si profili in modo più favorevole. Tanto più che la redditività degli immobili, complice la stagnazione dei canoni, sta diminuendo progressivamente, portandosi al 4,9% per le case (al 5,1% per gli uffici, al 7,4% per i negozi e al 5,9% per i garage). La congiuntura, che a fine 2007 era già piuttosto rallentata, nella prima parte del 2008 si viene ancora più ad incrinare sottolineata da tempi di vendita che superano i 5 mesi e mezzo nella media, ma che nelle zone urbane decentrate possono raggiungere anche i 7 mesi, peggiorando significativamente rispetto alla fine del 2007.