La bella architettura, finora fiore all`occhiello del nostro Paese, deve d`ora in poi guardare al futuro, verso una trasformazione che concili modernita` e competitivita`, qualita` e sicurezza, eco sostenibilita` e confort. Primo passo: una nuova interazione tra imprenditori e progettistica. Una delle piu` grandi ricchezze italiane e` l`immenso patrimonio storico-artistico che fa del nostro Paese uno dei principali poli di attrazione per il turismo mondiale. E` chiaro pero’ che questo vasto giacimento di storia, cultura e architettura da solo non basta, ma deve essere valorizzato attivamente. Oltre a conservare e tutelare efficacemente i segni del passato, dobbiamo dimostrarci capaci di progettare il futuro, puntando oggi – come avveniva nei secoli scorsi – alla qualita` del costruito, sul fronte sia progettuale che architettonico. La bella architettura, l`architettura di qualita`, che e` stata ed e` una risorsa unica e indispensabile per il nostro Paese, deve diventare insomma una delle leve strategiche per affrontare e vincere le sfide del futuro, in primo luogo quelle della trasformazione e modernizzazione del territorio e del rilancio delle nostre citta`.
Obiettivi che non e` pensabile ottenere senza una vera e forte sinergia tra imprenditori delle costruzioni e architetti, entrambi protagonisti a pieno titolo dei processi di rilancio e di trasformazione “fisica“ del Paese, per il miglioramento della qualita` del manufatto edilizio. Mai come oggi, peraltro, costruttori e architetti sono chiamati a confrontarsi tra loro per interpretare al meglio i nuovi bisogni di una societa` in continua evoluzione, che, soprattutto in fatto di casa, chiede un elevato confort, nuovi materiali e sistemi “eco-compatibili“, piu` qualita` e sicurezza degli edifici.
E proprio sulla base di queste convinzioni l`Ance, negli ultimi anni, ha voluto rafforzare il ponte culturale e operativo tra il lavoro del progettista e quello del costruttore, mettendo in campo importanti azioni e iniziative come il rilancio, con l`InArch, del prestigioso Premio nazionale di architettura, giunto quest`anno alla terza edizione.
Il nuovo rapporto tra imprenditori e architetti puo` diventare la chiave giusta anche per affrontare una sfida ancora piu` complessa, che e` quella della modernizzazione e del rilancio di citta` e infrastrutture. In questo processo, non piu` rimandabile per il nostro Paese, imprenditori e progettisti sono chiamati a giocare insieme un ruolo di primo piano. Le nostre citta` e i nostri territori, schiacciati da problemi che si trascinano da anni senza soluzione – sul fronte della residenza, della mobilita`, dell`accesso a beni e servizi, dell`efficienza delle reti, dell`integrazione sociale – hanno bisogno infatti, per essere rilanciati e resi finalmente piu` attrattivi, di una nuova e ampia visione strategica. Una visione alla quale costruttori e architetti possono fornire un contributo concreto e significativo, anche promuovendo concorsi di idee mirati al recupero e alla valorizzazione di ampie porzioni di territorio. Oggi infatti e` urgente ridare spazio alle idee, alla creativita`, alla progettualita`, ma e` anche arrivato il momento di compiere scelte coraggiose, come la demolizione e ricostruzione del tessuto obsoleto e degradato. Anche cosi` sara` possibile rispondere alla crescente domanda di infrastrutture, mobilita` e migliore qualita` del vivere quotidiano con interventi realmente moderni, non limitati alla produzione di singoli edifici, ma che prevedano in una visione d`insieme scuole, verde, servizi, opere pubbliche. Interventi, insomma, capaci non solo di contribuire al recupero del pesante gap che sul fronte sia della qualita` urbana che della dotazione infrastrutturale ancora ci divide dai maggiori Paesi europei, ma anche di dare una forte spinta in avanti al rilancio della competitivita` complessiva del Paese.