In questi ultimi quarant’anni la politica abitativa praticata dai vari Governi nel nostro Paese è stata scriteriata e squilibrata a danno della locazione privata. Dapprima, in nome del welfare si è cercato di privilegiare l’edilizia residenziale pubblica. Conseguenze: aumento progressivo della pressione fiscale sugli immobili privati, ingestibilita’ del carrozzone dell’edilizia popolare, rarefazione delle case private in locazione. Si è dunque di fatto favorito il processo di dismissione dell’investimento privato del patrimonio di abitazioni locate.Conseguenza: “tutti gli italiani proprietari” della abitazione; e dunque accentuazione della mancanza di mobilita’ abitativa, pendolarismo e difficolta’ di trovar casa per i giovani. Poi si è favorita la speculazione finanziaria sull’immobiliare: con il basso costo dei mutui e con leggi di favore, quest’ultima ha infatti potuto incamerare i plusvalori generati dall’innalzamento dei prezzi. Neppure l’esenzione ICI,stabilita dall’attuale Governo,è misura che possa giovare al rilancio della locazione abitativa. Essa infatti non concerne questo comparto;ed è strano,attese tutte le indicazioni governative riguardo a tale obiettivo.
Oggi si sente ripetere che, con l’attuale costo del denaro,è più conveniente la locazione che l’acquisto. Certo è che cio’ non basta a far sbucar fuori case da affittare che non ci sono.
Queste infatti non sono una merce fungibile:in altri termini non esistono “scorte di mercato”di tale genere.Sicche’ saranno anche convenienti,ma le case in affitto son quel che sono.
Urge dunque una politica di incentivazione di tale investimento. »
Assoedilizia: a radio RTL 102.5 le dichiarazioni del presidente Achille Colombo Clerici
di 15 Luglio 2008Commenta