Antonio Oliverio, assessore Affari generali, Turismo e Moda della provincia di Milano, parla di un coinvolgimento di tutto il centro nord durante l’Expo 2015. Per lʼesposizione universale prevista a Milano nel 2015 si attendono 29 milioni di visitatori. Lʼaccoglienza di un simile flusso di persone richiede lʼadeguamento di infrastrutture e trasporti quanto meno in tutto il nord Italia. Chi pensa che lʼorganizzazione dellʼExpo 2015 sia un tema prettamentemilanese è fuori strada. Al contrario, siamo di fronte a un evento che coinvolge quantomeno tutto il nord Italia ed è destinato amettere alla prova lʼintero sistema paese. Per lʼesposizione universale, infatti, ci si aspetta un flusso di visitatori, nellʼarco di sei mesi, pari a 29 milioni di persone, provenienti dai cinque continenti. “Parliamoci chiaro: è plausibile che tutta questa gente venga in Italia e si limiti a visitare Rho-Pero? Non credo proprio”. Antonio Oliverio, assessore affari generali, turismo e moda della provincia di Milano, è convinto che lʼinsieme dei progetti e delle operazioni che riguarderà lʼimportante evento debba essere collocato fin da subito nella giusta dimensione. Una dimensione che va ben oltre sia i confini del capoluogo lombardo sia i tempi dellʼevento stesso. “LʼExpo deve impegnare una macroarea che va da Genova a Vicenza e da Torino a Piacenza, in pratica tutto il nord Italia. È quindi necessaria innanzitutto unʼimplementazione delle reti infrastrutturali e della Tav, che faciliti lʼaccesso a Rho-Pero”, ha spiegato lʼassessore ad Attico.it
Ma questo è solo lʼinizio. “Per la considerazione fatta prima, è lecito pensare che chi viene qui vorrà andare a vedere città dʼarte, quindi deve essergli garantita da un lato lʼaccoglienza e dallʼaltro un efficiente sistema di trasporti”. Ne consegue innanzitutto la necessità del coinvolgimento dellʼindustria turistica nella preparazione dellʼevento. Per questa ragione, lʼassessore sta per firmare un protocollo dʼintesa con le rappresentanze delle agenzie di viaggio e dei tour operator nazionali, in cui costoro vengono sollecitati a costruire pacchetti di promozione turistica di durata variabile, che offrano agli ospiti la possibilità di abbinare la visita dellʼesposizione con itinerari turistici appetibili, in grado di valorizzare la porzione più ampia possibile di territorio.
A questo si collega però il tema dellʼaccoglienza: si parla della costruzione di circa 200 alberghi nell ʼambito della provincia di Milano. “Si tratta di un tema particolarmente spinoso”, osserva lʼassessore. “È vero che la città deve rafforzare la sua capienza, ma è inutile, se non dannoso, costruire alberghi che dopo lʼExpo sono destinati a rimanere vuoti. Al contrario, bisogna saper guardare più lontano. Milano è molto carente dal punto di vista dellʼaccoglienza a basso costo, per esempio mancano alloggi e residenze per gli studenti. Quindi sarebbe utile costruire strutture che possano essere utilizzabili anche dopo lʼevento”. Qui, però, entra in gioco lʼaspetto essenzialmente politico della vicenda. Le strategie di lungo respiro.
Emilia Bitossi per Attico Informa