Il protocollo d’intesa consentirà il trasferimento degli immobili confiscati a “cosa nostra” al Comune di Milano più rapidamente e la loro rapida utilizzazione. E’ stato firmato un accordo per snellire le modalità di destinazione e utilizzo a fini sociali dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto in Prefettura dall’assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, in rappresentanza del Comune, dal Prefetto Gian Valerio Lombardi, dal Commissario straordinario del Governo, Antonio Maruccia e dall’architetto Elisabetta Spitz, direttore dell’Agenzia del Demanio di Roma. “Da oggi il trasferimento al Comune di Milano dei beni confiscati alla mafia sarà più facile e la loro utilizzazione più rapida. Lo conferma – ha dichiarato il vice Sindaco De Corato – la prima tranche di 64 immobili strappati alla criminalità organizzata e riconsegnati finalmente alla società civile. Un segnale importante nella lotta alla mafia, che va nella stessa direzione del Governo e del Parlamento: proprio oggi, infatti, sono stati approvati in Senato emendamenti al decreto sicurezza che prevedono procedure più efficaci per il sequestro dei patrimoni della criminalità organizzata”.
“Il Comune di Milano – ha sottolineato il vice Sindaco – si è fatto carico anche degli oneri ipotecari gravanti su alcuni degli immobili assegnati. Cosa che di solito gli enti locali non fanno e che dimostra la nostra volontà di contrastare la criminalità organizzata efficacemente e con i fatti, non con le chiacchiere. E di questo un ringraziamento particolare va alla Procura di Milano, che ci aiutato in questa importante operazione di sequestro e assegnazione degli immobili”.
Obiettivo dell’accordo. Il protocollo stabilisce una reciproca assistenza e collaborazione tra le parti, che si riuniranno anche in un apposito Tavolo operativo presso la Prefettura e certifica il parere favorevole del Comune, secondo la legge 109/96, all’assegnazione di una prima tranche di 64 immobili confiscati alla mafia per utilizzi istituzionali e sociali. L’accordo delinea inoltre gli indirizzi che consentono l’individuazione dei soggetti cui assegnare i beni nel rispetto della tempistica della legge e garantendo la massima imparzialità. In particolare il Comune ha previsto, sulla base della legge n. 575/65, che gli immobili confiscati vengano destinati a finalità istituzionali (per immobili superiori ai 120 mq: comunità per minori, centri socio ricreativi, laboratori di terapia occupazionale per anziani; per immobili inferiori a 120 mq, alloggi protetti per anziani, per ricongiungimenti familiari e per emergenze) e per finalità sociali (associazioni rappresentative degli enti locali, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, comunità terapeutiche, centri di recupero e cura per tossicodipendenti). Per garantire la trasparenza nell’individuazione degli assegnatari (che godranno a titolo gratuito e in concessione d’uso dei beni destinati a finalità sociali), il Comune di Milano si atterrà alle procedure di selezione pubblica. Che prevedono, tra l’altro, la pubblicazione sul sito internet dell’elenco dei beni di volta in volta disponibili e da assegnare e, nella scelta dei soggetti, che la valutazione venga effettuata da un’apposita commissione che dovrà tener conto dell’esperienza maturata, dei progetti e di alcune priorità, come l’attività a favore di minori, anziani, senza fissa dimora o adulti in difficoltà, immigrati, nomadi, giovani, centri di cura e recupero per tossicodipendenti e ricongiungimenti familiari.
“Sappiamo – ha affermato De Corato – che la mafia ha forza economica anche al Nord e dispone di numerose proprietà e di un fatturato annuo, come ha denunciato il rapporto di Confesercenti, che complessivamente è stimato in 90 miliardi di euro. Risorse ingenti, ottenute con rapine, commercio di droga, prostituzione, appalti, usura, estorsioni. Tra le vittime ci sono soprattutto imprenditori e commercianti, che subiscono 1300 reati al giorno, ovvero 50 reati ogni ora. Neutralizzare i suoi tentacoli, aggredendone i beni immobiliari e ridestinandoli alla società civile è la migliore risposta che possiamo dare. E l’accordo va proprio in questa direzione”.