Una nuova crisi metanifera, con temperature meno miti di quelle dell’inverno scorso, potrebbero riproporre lo scenario energetico del 2006. Lo riferisce quotidiano “Il Sole 24 Ore”, che avverte come la nuova emergenza potrebbe coinvolgere non solo l’Italia ma tutta l’Europa, “sempre più a secco di giacimenti propri”. L’allarme è stato lanciato dal “comitato per l’emergenza gas”, che si è costituito in occasione della crisi di due anni fa in seno al Ministero dello Sviluppo e che ora si ritrova con dati preoccupanti. Un mare di “potenziamenti” previsti nei prossimi anni, tutti o quasi in ritardo, con la prospettiva di un’Italia “ancora più schiava del gas metano” e “strangolata da prezzi sempre più alti”. La sicurezza a medio termine dovrebbe essere garantita, “corroborata da almeno un paio di rigassificatori da 8 miliardi di metri cubi l’anno (ognuno in grado di aggiungere circa il 10% all’attuale fabbisogno) e pronti a irrobustire gli ampliamenti delle condutture dalla Russia, che però non potrà dare molto di più”. Ma il prossimo inverno? Si chiede l’autore dell’articolo “Per il gas in ritardo i potenziamenti: inverno a rischio”, Federico Rendina. Le incognite sono tante, in quanto dallo studio emerge che i rigassificatori sono “al palo” e i potenziamenti dei gasdotti soffrono dei ritardi, al punto che solo dopo il 2009 si produrrà un vero adeguamento delle nostre infrastrutture.

Per il metano in arrivo dall’Algeria, la prima fase dei potenziamenti è partita, “con molta gradualità”, solo nell’aprile scorso. Sul fronte nord si spera nel programmato potenziamento del Tag per 3,2 miliardi di m3, che dovrebbe partire ad ottobre, mentre la seconda fase “è slittata di un altro anno all’autunno del 2009”. L’unico terminale di rigassificazione in costruzione avanzata, a Rovigo, potrà avere la piattaforma piazzata in estate, nella migliore delle ipotesi. Sul versante degli stoccaggi, ancora incertezze, perché mancano gli ampliamenti promessi e programmati, alcuni dei quali sono bloccati da “una controversa procedura di autorizzazione”.

Intanto le risorse metanifere europee calano sempre più velocemente, e uno studio conferma i segnali di una crisi produttiva persino in Russia, “che nel prossimo anno potrebbe non essere in grado di soddisfare tutta la crescente richiesta del Vecchio Continente”, il cui import tenderà a più che raddoppiare da qui al 2020. Si capisce così, conclude Rendina, come per l’Italia “l’unica via per garantire un margine di sicurezza non passa tanto per l’ampliamento dei gasdotti quanto per la costruzione più rapida possibile dei rigassificatori di metano liquefatto importato via nave da fornitori alternativi alla Russia e all’Algeria”. Come il progetto di rigassificatore Enel di Porto Empedocle (Agrigento) che ha recentemente ottenuto il parere positivo della Commissione di valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e che, una volta in esercizio, contribuirà all’approvvigionamento del Paese con 8 miliardi di metri cubi l’anno, pari a circa il 10% del consumi nazionali.

www.enel.it

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