In arrivo una boccata d’ossigeno per gli italiani. Oltre al taglio dell’Ici e alla detassazione degli straordinari giunge, a sorpresa, l’accordo tra Abi e Ministero dell’Economia per congelare le rate dei mutui a tasso variabile. In particolare, l’accordo premetterà di rinegoziare i contratti stipulati a partire dal 2007, ma con una rata fissa “fuori mercato” uguale a quella pagata in media nel 2006. All’inizio, la durata del mutuo resterà la stessa e l’allungamento eventuale dipenderà dai tassi d’interesse; in sostanza, se la curva sarà cresciuta il periodo salirà, se sarà scesa si pagherà meno. Si tratta di una manovra che dotrebbe riguardare circa un milione di italiani.
La Bce ritiene che l’economia dell’Eurozona abbia finora resistito al rallentamento globale, alla crisi finanziaria e che nel primo semestre, probabilmente, avrà una capacità di ripresa, infatti, ha lasciato invariati i tassi d’interesse al 4%. Con questa decisione, la Bce mantiene il tasso di rifinanziamento principale al 4%, quello marginale al 5% e quello sui depositi overnight al 3%. Il divario fra il costo del denaro in Eurolandia (misurato dal tasso principale), e quello negli Usa è pari a 2 punti percentuali, dopo che il 30 aprile scorso la Federal Reserve ha tagliato di 25 punti base i tassi sui Fed Fund, portandoli al 2%. Il Fondo ha chiesto alla Bce di abbassare i tassi dall’attuale livello, imitando la Fed e la Boe, ma la Bce ritiene che l’attuale posizione di politica monetaria contribuisca alla stabilità dei prezzi.
Secondo Kiron, nel 2007 il credito ipotecario destinato alle famiglie per l’acquisto di abitazioni presenta un volume di erogazioni in linea con quello del 2006, con una differenza negativa di 150 milioni di euro (-0,23%).
Il valore dei flussi erogati ha raggiunto la cifra di 62,7 miliardi di Euro. Il mutuo medio, che nel corso del 2007 era pari a 123.000 euro, si è ridotto ancora arrivando a quota 121.000. Il calo è frutto sia della diminuzione della capacità di spesa delle famiglie, sia della fase riflessiva del mercato immobiliare. Inoltre, l’incremento del costo del denaro ha portato i mutuatari a preferire il tasso fisso, scelto da 7 famiglie su 10, secondo i dati dei primi mesi del 2008.
Nove mesi di turbolenza finanziaria internazionale hanno finito con il determinare un atteggiamento più prudente, anche da parte delle banche italiane, nella concessione del credito. E a questo irrigidimento delle condizioni di offerta del credito fa riscontro anche una domanda di credito da parte delle famiglie italiane che tende a contrarsi. È la diagnosi che si ricava dall’ultima indagine trimestrale sul credito bancario in Italia e in Eurolandia, condotta dalla Banca d’Italia, in collaborazione con la Banca Centrale Europea, e realizzata, per quel che riguarda il nostro Paese, presso nove gruppi creditizi. Tale atteggiamento ha però generato un problema, che non è unicamente italiano: è sempre più difficile per le società e i privati dell’Eurozona accedere a un prestito di denaro, sulla scia della crisi dei mutui subprime. Quest’ultima considerazione – in attesa di conoscere le Considerazioni generali del Governatore di Bankitalia, il 31 maggio – arriva dalla Bce, la quale precisa che i risultati dell’indagine evidenziano standard di credito ancora più rigidi, soprattutto per le piccole e medie imprese. Le banche, precisa l’Istituto di Francoforte, evidenziano anche un ulteriore irrigidimento degli standard per i prestiti per l’acquisto degli immobili.
Fonte: Tecnoborsa