E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (GU n. 124 del 28-5-2008) il DECRETO-LEGGE 27 maggio 2008, n.93 – Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie.
Il provvedimento entra in vigore oggi 29 maggio 2008.
Art. 1. Esenzione ICI prima casa
1. A decorrere dall’anno 2008 e’ esclusa dall’imposta comunale sugli immobili di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.504, l’unita’ immobiliare adibita ad abitazione principale del soggetto passivo.
2. Per unita’ immobiliare adibita ad abitazione principale del soggetto passivo si intende quella considerata tale ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e successive modificazioni, nonche’ quelle ad esse assimilate dal comune con regolamento vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ad eccezione di quelle di categoria catastale A1, A8 e A9 per le quali continua ad applicarsi la detrazione prevista dall’articolo 8, commi 2 e 3, del citato decreto n. 504 del 1992.
3. L’esenzione si applica altresi’ nei casi previsti dall’articolo 6, comma 3-bis, e dall’articolo 8, comma 4, del decreto legislativo n. 504 del 1992, e successive modificazioni; sono conseguentemente abrogati il comma 4 dell’articolo 6 ed i commi 2-bis e 2-ter dell’articolo 8 del citato decreto n. 504 del 1992.
4. La minore imposta che deriva dall’applicazione dei commi 1, 2 e 3, pari a 1.700 milioni di euro a decorrere dall’anno 2008, e’ rimborsata ai singoli comuni, in aggiunta a quella prevista dal comma 2-bis dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 504 del 1992, introdotto dall’articolo 1, comma 5, della legge 24 dicembre 2007, n. 244. A tale fine, nello stato di previsione del Ministero dell’interno l’apposito fondo e’ integrato di un importo pari a quanto sopra stabilito a decorrere dall’anno 2008. In sede di Conferenza Stato-Citta’ ed autonomie locali sono stabiliti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, criteri e modalita’ per la erogazione del rimborso ai comuni che il Ministro dell’interno provvede ad attuare con proprio decreto. Relativamente alle regioni a statuto speciale, ad eccezione delle regioni Sardegna e Sicilia, ed alle province autonome di Trento e di Bolzano, i rimborsi sono in ogni caso disposti a favore dei citati enti, che provvedono all’attribuzione delle quote dovute ai comuni compresi nei loro territori nel rispetto degli statuti speciali e delle relative norme di attuazione.
5. Al fine di garantire il contributo di cui all’articolo 3, comma 1, del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 13 del 17 gennaio 2006, come determinato dall’articolo 1, comma 251, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, il Ministero dell’interno eroga al soggetto di cui al medesimo decreto ministeriale 22 novembre 2005, per le medesime finalita’, lo 0,8 per mille dei rimborsi di cui al comma 4.
6. I commi 7, 8 e 287 dell’articolo 1 della legge n. 244 del 2007 sono abrogati.
7. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla definizione dei contenuti del nuovo patto di stabilita’ interno, in funzione della attuazione del federalismo fiscale, e’ sospeso il potere delle regioni e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote ovvero delle maggiorazioni di aliquote di tributi ad essi attribuiti con legge dello Stato. Sono fatte salve, per il settore sanitario, le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 174, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, e all’articolo 1, comma 796, lettera b), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, nonche’, per gli enti locali, gli aumenti e le maggiorazioni gia’ previsti dallo schema di bilancio di previsione presentato dall’organo esecutivo all’organo consiliare per l’approvazione nei termini fissati ai sensi dell’articolo 174 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
Art. 3. Rinegoziazione mutui per la prima casa
1. Il Ministero dell’economia e delle finanze e l’Associazione bancaria italiana definiscono con apposita convenzione, da stipulare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, aperta all’adesione delle banche e degli intermediari finanziari ai sensi dell’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, le modalita’ ed i criteri di rinegoziazione, anche in deroga, laddove fosse applicabile, a quanto stabilito ai sensi dell’articolo 120, comma 2, del citato decreto legislativo n. 385 del 1993, dei mutui a tasso variabile stipulati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione dell’abitazione principale anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto.
2. La rinegoziazione assicura la riduzione dell’importo delle rate del mutuo ad un ammontare pari a quello della rata che si ottiene applicando all’importo originario del mutuo il tasso di interesse come risultante dalla media aritmetica dei tassi applicati ai sensi del contratto nell’anno 2006. L’importo della rata cosi’ calcolato rimane fisso per tutta la durata del mutuo.
3. La differenza tra l’importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento originariamente previsto e quello risultante dall’atto di rinegoziazione e’ addebitata su di un conto di finanziamento accessorio regolato al tasso che si ottiene in base all’IRS a dieci anni, alla data di rinegoziazione, maggiorato di uno spread dello 0,50.
4. Nel caso in cui, successivamente alla rinegoziazione effettuata, la differenza tra l’importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento originariamente previsto e quello risultante dall’atto di rinegoziazione generi saldi a favore del mutuatario, tale differenza e’ imputata a credito del mutuatario sul conto di finanziamento accessorio. Qualora il debito del conto accessorio risulti interamente rimborsato l’ammortamento del mutuo ha luogo secondo la rata variabile originariamente prevista.
5. L’eventuale debito risultante dal conto accessorio, alla data di originaria scadenza del mutuo, e’ rimborsato dal cliente sulla base di rate costanti il cui importo e’ uguale all’ammontare della rata risultante dalla rinegoziazione e l’ammortamento e’ calcolato sulla base dello stesso tasso a cui e’ regolato il conto accessorio purche’ piu’ favorevole al cliente.
6. Le garanzie gia’ iscritte a fronte del mutuo oggetto di rinegoziazione continuano ad assistere il rimborso, secondo le modalita’ convenute, del debito che risulti alla data di scadenza di detto mutuo.
7. Le banche e gli intermediari finanziari di cui all’articolo 106 del decreto legislativo n. 385 del 1993 che aderiscono alla convenzione di cui al comma 1 formulano ai clienti interessati, secondo le modalita’ definite nella stessa convenzione, la proposta di rinegoziazione entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto. L’accettazione della proposta e’ comunicata dal mutuatario alla banca o all’intermediario finanziario entro tre mesi dalla comunicazione della proposta stessa. La rinegoziazione del mutuo esplica i suoi effetti a decorrere dalla prima rata in scadenza successivamente al 1° gennaio 2009.
8. Le operazioni di rinegoziazione dei mutui sono esenti da imposte e tasse di alcun genere e per esse le banche e gli intermediari finanziari non applicano costi nei riguardi dei clienti.
Art. 6. Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara’ presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi’ 27 maggio 2008
Presidente NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Tremonti, Ministro dell’economia e delle finanze
Sacconi, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali
Visto, il Guardasigilli: Alfano
giovanna 31 Maggio 2008 il 11:41
il nuovo decreto ici su prima casa dice che come prima casa si intende quella considerata tale dal decreto del 92 ma io essendo ignorante in materia mi chiedo:se mio marito ha residenza in sua abitazione (unica proprieta) ma ha domicilio presso di me dove risiedo ed è unica proprieta che possiedo abbiamo esenzine su entrambe le abitazioni? Se qualcuno puo delicidarmi su questo quesito ringrazio
sergio cesqui 5 Giugno 2008 il 20:08
l’ici era la tassa piu odiata da tutti gli Italiani.
BERLUSCONI si e’ assicurato nel futuro la preferenza del mio voto.
Beppe 9 Giugno 2008 il 14:09
Buongiorno.oggi mi è arrivato il bollettino dell’i.c.i da pagare,eppure la mia casa è nella categoria A 03 economica,quella esente da pagare.come mi devo comportare?sono propio bravi quando c’è da intascare.
biagio 9 Giugno 2008 il 14:20
Per il garage di partinenza alla casa, devo pagare?
E per il garage non di pertinenza, bisogna pagare? grazie
Luigi 9 Giugno 2008 il 21:45
L’art. 1 del decreto dove parla di pertinenze?
La rendita della mia cantinola è compresa in quella della casa (abitazione principale) ed infatti non è accatastata per conto suo.
Ma il garage? E’ un C6 accatastato per conto suo, anche se acquistato insieme alla casa, posto sotto di essa, ed adibito esclusivamente alla mia famiglia.
Mi pare evidente che dovro’ continuare a pagarci l’Ici per ben 13 euro.
Ma già che Berlusconi aveva fatto 30 non poteva fare 31?
Mario Ferlaino 12 Giugno 2008 il 22:24
qualcuno sa dirmi se devo pagare l”ici?, espongo il mio problema: ho la separazione dei beni e 2 anni fa ho acquistato a mia moglie una casa destinata a lei come prima abitazione, lei è ancora residente con me per vari motivi amorosi, devo pagare l’ici? AIUTO
Ugo Caporilli 13 Giugno 2008 il 17:17
Anch’io sono in dubbio. In separazione di beni ho acquistato a mio nome come prima casa quella dove adesso abito con mia moglie. Mia moglie ha acquistato da me come prima casa il mio 50% della precedente prima casa che avevamo in comunione, lasciando nella stessa il domicilio fiscale. Mia moglie deve pagare l’ICI? E se deve pagarla la pagherà con le aliquote come 1^ casa e relativi abbattimenti, oppure non sono più in vigore e deve pagare per intero con aliquota maggiorata?