SUNIA. Le spese per l’affitto, per la rata del mutuo, per i servizi connessi all’abitazione (acqua, rifiuti, luce, energia), hanno un peso rilevante sul bilancio delle famiglie (dal 30 fino al 50-60%), ovviamente con una maggiore incidenza sui redditi bassi e medio-bassi. Dal 2000 ad oggi il livello degli affitti è cresciuto dall’80 al 114%. Ad essere penalizzati sono soprattutto i lavoratori dipendenti il cui reddito reale, dal 2000 al 2007, è rimasto sostanzialmente fermo, a differenza di quello dei lavoratori autonomi, che è cresciuto mediamente del 13% (fonte Banca d’Italia). Le famiglie in affitto privato hanno nella stragrande maggioranza un reddito medio-basso (un milione e mezzo sotto i 15 mila euro, e un altro milione e mezzo circa sotto i 25 mila euro). Penalizzati sono anche i lavoratori dipendenti che hanno fatto la scelta di acquistare la prima casa con mutui a tasso variabile (il 77% del totale). Nomisma ha calcolato che – su un ammontare complessivo dei mutui prima casa pari a 200 miliardi di euro – il rialzo dei tassi variabili nel 2007 ha pesato aggiuntivamente sulle famiglie per 2,5 miliardi di euro, soldi sottratti ad altre necessità e consumi. Oltre 100 mila famiglie (e questo numero è destinato ad aumentare), grazie al provvedimento della Finanziaria che ha istituito un Fondo di solidarietà per le famiglie in sofferenza, hanno già rinegoziato con le banche l’entità delle rate e l’allungamento del prestito (fonte Banca d’Italia).
Costi dell’abitare e reddito per le famiglie
di 11 Aprile 2008Commenta