Assessore Scotti: “Nessun rischio di sfratto per le famiglie”
Nessun rischio di sfratto per le famiglie che vivono a Milano in alloggi di edilizia residenziale pubblica che hanno un reddito Isee superiore a 28.000 euro o che hanno un patrimonio mobiliare e immobiliare superiore ai limiti del regolamento (a causa ad esempio della liquidazione o del possesso di modeste proprietà immobiliari). Lo ha confermato oggi l’assessore regionale alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti, in sede di approvazione del collegato ordinamentale da parte del Consiglio regionale lombardo. “Il pericolo di sfratto – ha spiegato Scotti – a dire il vero non c’è mai stato, infatti abbiamo sempre detto che chi entra nell’area della decadenza avrà un contratto biennale rinnovabile e una maggiorazione del canone”.
“Con la modifica di oggi – ha aggiunto – prevediamo che tutti gli Enti proprietari (Aler e Comuni) avranno un periodo di due anni per valutare la reale situazione di queste famiglie”. Resta ovviamente inalterata la decisione già presa per gli inquilini considerati decadenti per cause riconducibili alla condotta come ad esempio la cessione dell’alloggio, l’uso illecito dell’immobile o danni arrecati all’immobile. Questi sono dichiarati immediatamente decaduti e dovranno lasciare subito l’alloggio. Si tratta dunque di un provvedimento importante e che prevede altre novità non di poco conto.
Anzitutto, i nuclei che appartengono all’area dell’accesso (reddito Isee da 9.001 a 14.000 euro) e che hanno un aumento del canone pari o superiore a 100 euro al mese e quelli che appartengono all’area della permanenza (Isee da 14.001 a 28.000 euro) e che hanno invece un aumento pari o superiore a 150 euro, potranno diluirlo non in tre anni, come prevede fino ad oggi la legge, ma in un periodo superiore deciso dai gestori. Ancora, il testo approvato conferma il divieto di presentare domanda per alloggi di edilizia residenziale pubblica per coloro che hanno occupato abusivamente negli ultimi 5 anni.
Novità importanti anche per quanto riguarda l’assegnazione degli alloggi liberi. Se infatti i Comuni non saranno in grado di assegnare entro 30 giorni gli alloggi liberi, lo potranno fare le Aler per quanto riguarda il patrimonio di loro proprietà. Se invece la proprietà è del Comune, sarà la Regione a nominare un commissario per assegnare gli appartamenti vuoti. Da ultimo, il testo approvato dal Consiglio regionale a larga maggioranza prevede la possibilità per Comuni e Aler, all’interno di programmi approvati dalla Regione, di riservare quote consistenti di alloggi per categorie speciali quali ad esempio giovani coppie, anziani e forze dell’ordine così da realizzare quel mix sociale che è sinonimo di riqualificazione abitativa. “Un testo fondamentale – ha concluso Scotti – quello approvato dall’aula che introduce modalità nuove per assicurare certezza e semplificazione nelle procedure relative all’assegnazione e gestione degli alloggi”.
ANTONIO 13 Aprile 2008 il 17:22
NON VI CAPISCO ,CI SONO CASE SIGGILLATE DA 10 ANNI E AVETE PROBLEMI DI CASE.MIO FRATELLO
IN ATTESA DA 3 ANNI PAGA LA SICET X AGGIRMARSI ,MA LA LISTA E ANCORA LUNGA.
MI CHIDO CHE SE ERO STRANIERO IL PERCORCO ERA MOLTO BREVE COME:OSPEDA LAVORO ECC
E SE NOI POPOLAZIONE ITALIANA ANDIAMO AI LORO PAESI CI “CACCIANO”.
E.B. 10 Maggio 2008 il 16:51
Bisogna a capire chi ha sempre fatto il suo dovere verso il comune e a sempre pagato puntualmente l’affitto delle case popolari. Specialmente a gli anziani che abitano da 25 anni in queste case e non hanno possibilita’ di pagare un’altro affitto oneroso in case private non potendo avere la possibilita’ di avere un mutuo perche’a 70 anni sono considerati vicino alla soglia della morte. Ringrazio gli asessori del comune e la Regione per avere rivisto e modificata la legge per gli abitanti delle case popolari considerando il mix degli inquilini
per salvaguardare il patrimonio grazie a tutti gli amministratori di buona volonta’ del comune e regione.
P.S. PERDONATE LO SCRITTO SGRAMMATICATO.
E.B.
E.B. 11 Maggio 2008 il 10:57
VORREI ANCHE FARVI NOTARE CHE’ GLI ANZIANI DEVONO SEMPRE ESSERE AIUTATI.
mariomartino 12 Giugno 2008 il 00:51
mi sono trasferita quasi 2 anni fa a milano x lavoro di mio marito siamo in affitto in un bilocale e paghiamo 700 euro al mese zona ripamonti lo stipendio di mio marito e di 1500 euro al mese e facciamo veramente i salti mortali da premettere che abbiamo 2 bambini qualche volta ci ha aiutato mio fratello a settembre vado anch io a lavorare ho saputo che x le case popolari ci vogliono almeno 5 anni di residenza ed io intanto mi chiedo tutti sti stranieri che riguardo alla scuola vengono prima di tutti
e x le case lo stesso ma noi italiani chi siamo? mio fratello abita da 26 anni nelle case popolari zona corvetto stanno occupando tante di quelle case sti stranieri che io mi son detta tanto ho 2 bambini lo stipendio e quello che e allora lo faccio anch io x rabbia perche non esiste che sono d avanti a tutto e poi una volta si stava anche bene nelle case popolari ma ora vedi che vendono droga spazzatura bambini nel cortile con la pioggia il freddo ecc alle 2200 di sera la gente va a lamentarsi
e ci litiga pure
non e giusto
noi che abbiamo bisogno veramente dobbiamo fare na rivolta ok
voglio anche aspettare 5 anni ma con le cose giuste
no che occupano le case e loro non fanno niente grazie