L’onorevole Gianni Alemanno ha dichiarato che, in caso di vittoria elettorale del Pdl, nella prima riunione del Consiglio dei Ministri il nuovo Governo abolirà l’Ici per la prima casa, ma nel contempo la aumenterà per le case non abitate. Un’ipotesi non condivisa dall’Asppi-Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari.
«Noi siamo da sempre per un superamento del tributo – spiega il Presidente Nazionale dell’Asppi Luigi Ferdinando Giannini – e per questo, se concordiamo sull’ipotesi dell’abolizione dell’Ici per la prima casa, non possiamo condividere l’aumento dell’imposta per gli alloggi non abitati come forma di riequilibrio delle entrate».
Il Presidente Giannini entra nel merito della questione.
«La nostra azione associativa – prosegue il Presidente Nazionale dell’Asppi – è sempre stata orientata a formulare proposte concrete: siamo infatti consapevoli che per lasciarsi alle spalle l’Ici si dovranno introdurre misure per consentire ai Comuni di far fronte ai minori introiti ed erogare servizi. L’aumento dell’Ici sulle case non abitate, però, non soddisfa questa esigenza per due ordini di motivi. In primo luogo si tratta, evidentemente, o di alloggi sul mercato ma con poco appeal, per i quali il proprietario già subisce dei mancati guadagni, oppure di seconde case, abitazioni in posti di villeggiatura o nei paesi d’origine delle famiglie. In quest’ultima ipotesi si verificherebbe un danno doppio: da una parte si penalizzerebbero le città ad alta densità abitativa, dove le seconde case o le case sfitte sono ben poche, dall’altra si aumenterebbe l’imposta destinata a Comuni in cui i possessori di un appartamento di villeggiatura soggiornano solo per una piccola parte dell’anno».
Il Presidente Giannini non ritiene che questa soluzione possa portare all’emersione del nero.
«Se si pensa che l’aumento dell’Ici per le case che risultano sfitte possa favorire l’eliminazione della piaga degli affitti in nero si commette un grave errore. L’emersione del nero è un obiettivo condiviso, vanno favoriti i contribuenti rispettosi della legge e penalizzati coloro che barano. Ma un provvedimento di tale genere danneggia anche chi si comporta correttamente. L’unica soluzione è quella dell’introduzione della “cedolare secca” che costituirebbe un riequilibrio della pressione fiscale sui proprietari d’immobili, ormai insostenibile».