Il documento contiene l’analisi e le richieste dell’Associazione in merito alle politiche abitative
In occasione delle elezioni, l’Asppi-Associazione Sindacale Piccoli Proprietari Immobiliari ha elaborato il “Focus Casa”, un documento articolato su cinque temi: Fisco, Riforme legislative, Edilizia pubblica e privata, Risparmio energetico, Urbanistica, per ciascuno dei quali sono state formulate cinque proposte rivolte agli schieramenti politici, con un’analisi che motiva l’attenzione richiesta sui temi.
“In quest’ultimo periodo – spiega il Presidente Nazionale dell’Asppi Luigi Ferdinando Giannini – c’è stato nuovo impulso nel settore delle politiche abitative. Pur tuttavia, le proposte messe in campo dai diversi schieramenti sono un passo indietro rispetto al recente Tavolo di concertazione sulla casa». L’Asppi ritiene ci sia bisogno di idee nuove che permettano di superare iniquità ed emergenze, per questo ha voluto offrire il proprio contributo al dibattito con il “Focus Casa”.
“Abbiamo cercato – prosegue Giannini – di non guardare la questione abitativa solo dal punto di vista della proprietà privata. Inoltre abbiamo indicato proposte concrete, e non solamente slogan”.
Per il fisco, l’Asppi chiede che si completi il superamento dell’Ici, rivedendo i meccanismi alla base dell’addizionale Irpef, al fine di garantire le risorse necessarie ai Comuni. Inoltre propone l’introduzione della “cedolare secca” sui redditi da locazione, la deduzione fiscale dei canoni per gli inquilini, l’estensione dei contratti concordati su tutto il territorio nazionale e l’innalzamento del tetto di esenzione per la tassa di successione.
Le riforme legislative invocate dall’Asppi prevedono di ridisegnare il sistema di tutela dei diritti della proprietà salvaguardando la casa, anche con l’adozione di ulteriori misure per la sostenibilità dei mutui, di semplificare il mercato immobiliare e di coinvolgere le parti sociali in un’Agenzia per la casa.
L’appello è poi che non venga dismesso il patrimonio pubblico esistente, che anzi va qualificato, aumentando la disponibilità di alloggi sul mercato anche col social housing. Si chiede poi un piano per l’affitto che tenga conto anche delle esigenze dei giovani, degli studenti e dei lavoratori fuori sede.
L’Asppi ha guardato inoltre al risparmio energetico, chiedendo non solo che vengano resi permanenti gli incentivi per le ristrutturazioni, ma proponendo anche l’introduzione di misure come un’Iva ridotta su materiali e manodopera per interventi tesi orientati alla riduzione dei consumi, e fondi speciali di finanziamento per l’edilizia di qualità che tenga conto del problema, pure in autocostruzione.
Infine l’urbanistica, per la quale l’Asppi punta sull’idea di “città compatta” col rilancio delle periferie degradate ed investimenti sulle tecnologie urbane con attenzione alla tutela dell’ambiente.
Centrale è il tema della “sicurezza urbana”, con la richiesta di investire in infrastrutture di contrasto alla criminalità, perché oggi le città e i territori rappresentano i motori di arricchimento umano e sociale.
L’Ufficio Stampa e Comunicazione
FOCUS CASA: CINQUE PUNTI PER CINQUE TEMI – LE RICHIESTE DELL’ASPPI ALLE FORZE POLITICHE
FISCO
– Superare l’Ici, completando il processo già avviato e trasformandola in una tassa sui servizi che incida su tutti i contribuenti, da collegare al federalismo fiscale rivedendo i meccanismi alla base dell’addizionale Irpef, al fine di garantire le risorse necessarie ai Comuni;
– Introdurre la cedolare secca sui redditi da locazione, salvaguardando le condizioni di miglior favore e consentendo la deduzione fiscale dal reddito dei canoni di locazione degli inquilini anche come alternativa al contributo diretto sull’affitto
– Estendere i contratti concordati su tutto il territorio nazionale, prevedendo il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini per la loro validazione ed abolire l’Ici su questa tipologia di contratti, fermo restando il superamento del tributo
– Innalzare il tetto di esenzione dalla tassa di successione rispetto ai limiti attuali, in particolare per i piccoli patrimoni famigliari
– Ridurre e semplificare gli adempimenti fiscali per la casa e alleggerire gli adempimenti del condominio quale sostituto d’imposta
RIFORME LEGISLATIVE
– Ridisegnare il sistema di tutela dei diritti della proprietà, che vanno garantiti al di là dei fattori emergenziali
– Salvaguardare la proprietà della casa, anche con l’adozione di ulteriori misure per la sostenibilità dei mutui: i rappresentanti della proprietà devono avere gli strumenti per dialogare col sistema bancario
– Semplificare e liberalizzare i meccanismi che regolano il mercato immobiliare e coinvolgere le parti sociali in un’Agenzia nazionale per la casa
– Riformare la legislazione per il condominio, che si adegui alle attuali esigenze e, nell’ambito dell’amministrazione condominiale, riconoscere il ruolo delle professionalità certificate
– Prevedere, nell’ambito della riforma del Catasto, il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali della proprietà immobiliare nel processo decisionale
EDILIZIA PUBBLICA E PRIVATA
– Recuperare il concetto di passaggio da casa a casa, senza penalizzare la proprietà immobiliare privata e quindi garantendo la disponibilità di alloggi pubblici per gli sfrattati
– Aumentare la disponibilità di abitazioni sul mercato, anche tramite la formula del social housing, non dismettendo ma anzi qualificando il patrimonio pubblico esistente, e destinando quote del nuovo costruito alla locazione
– Varare un piano per l’affitto, sviluppando il processo di liberalizzazione del mercato introdotto dalla legge 431/98, che tenga conto anche delle esigenze dei giovani, degli studenti e dei lavoratori fuori sede
– Introdurre elementi di garanzia per la proprietà, già presenti nelle Agenzie per la casa dei Comuni, per favorire la disponibilità tempestiva degli alloggi sfitti ed il contenimento degli investimenti pubblici
– Garantire il pieno funzionamento, con la presenza delle organizzazioni sindacali, dell’Osservatorio Nazionale e degli Osservatori locali sulla condizione abitativa assolvendo anche a funzioni di controllo dell’efficacia e qualità degli interventi pubblici
RISPARMIO ENERGETICO
– Rendere permanenti gli incentivi per le ristrutturazioni e il risparmio energetico
– Favorire il recupero e la ristrutturazione di edifici inefficienti sotto il profilo energetico, anche con norme che facilitino il processo decisionale nei condomini
– Introdurre un’Iva ridotta su materiali e manodopera per lavori che contribuiscono al risparmio energetico.
– Alimentare fondi speciali di finanziamento per l’edilizia di qualità orientata al risparmio energetico, anche in autocostruzione
– Confermare gli incentivi per la sostituzione di elettrodomestici con apparecchi nuovi a basso consumo secondo la classe energetica
URBANISTICA
– Adottare politiche mirate alla riqualificazione delle città, in particolar modo nelle zone urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado
– Realizzare o adeguare strutture in grado di promuovere lo sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico, garantendo l’aumento di benessere della collettività
– Contrastare il fenomeno dei “quartieri artificiali” e degli “insediamenti ghetto” che alimentano povertà urbana e non favoriscono i necessari processi di integrazione
– Puntare su una maggiore sicurezza urbana, non solo riqualificando le aree degradate, ma anche con una viabilità più attenta all’uomo e percorsi ciclabili urbani ed esterni alle città, ed investendo in infrastrutture di contrasto alla criminalità
– Mettere al centro degli interventi le città e i territori come motori di arricchimento umano, di innovazione e sviluppo
ELEZIONI: L’ASPPI PONE L’ACCENTO SULLE POLITICHE IMMOBILIARI
L’occasione della scadenza elettorale offre l’opportunità ad un’associazione come l’Asppi di rivolgersi alle forze politiche per sottoporre le proprie priorità di intervento per le politiche abitative. L’Asppi rileva positivamente che in quest’ultimo periodo c’è stato nuovo impulso nel settore immobiliare. Pur tuttavia, le proposte messe in campo dai diversi schieramenti sono un passo indietro rispetto a quanto emerso dai lavori del recente Tavolo di concertazione. C’è bisogno invece di idee nuove che permettano di superare iniquità ed emergenze. A tal proposito, l’Asppi ha evidenziato cinque argomenti su cui focalizzare l’attenzione, per ognuno dei quali sono state formulate cinque proposte concrete, in grado di incidere efficacemente sulle politiche immobiliari.
In primo luogo c’è la questione fiscale: l’imposizione sul bene casa è eccessiva, al limite della sostenibilità da parte delle famiglie. E’ necessario superare l’Ici, completando il processo già avviato, anche sostituendola con una tassa sui servizi chiara e trasparente, collegata al federalismo fiscale, e che incida in maniera reddituale e non patrimoniale su tutti i contribuenti e non soltanto sui proprietari d’immobili.
Va poi introdotta la cosiddetta “cedolare secca”, ovvero la tassazione separata dei redditi da locazione, sulla base del concetto di forfetizzazione già introdotto nell’ultima Finanziaria per imprese e lavoratori autonomi. L’introduzione della cedolare secca non deve però far venire meno le attuali agevolazioni fiscali, altrimenti si ingenererebbe una sperequazione fra i contribuenti. Inoltre l’Asppi richiede attenzione anche verso gli inquilini, che devono essere messi in condizione di sostenere l’onere dei canoni per l’affitto, con detrazioni apposite e con l’estensione dei contratti concordati su tutto il territorio nazionale. Per favorirne l’adozione va abolita – almeno in un primo momento – l’Ici sugli immobili in oggetto, fermo restando l’auspicato superamento del tributo. Infine va innalzato il tetto di esenzione dalla tassa di successione rispetto ai limiti attuali, per far sì che venga applicata solo sui grandi patrimoni.
Per quanto riguarda più in generale l’aspetto delle riforme legislative, la legge 431 del 1998, anche se non ha dato i frutti sperati, può essere vista come prima grande esperienza nel processo di liberalizzazione del mercato, ripreso con forza negli ultimi anni. A tale proposito si devono confermare quei principi, ridisegnando il sistema di tutela della proprietà. I diritti dei proprietari vanno riaffermati, semplificando le regole del mercato e tutelando quelle situazioni in cui il bene casa rischia di essere compromesso, come ad esempio per i mutui: si devono fornire ai rappresentanti della proprietà gli strumenti, anche di legge, per dialogare col sistema bancario. Un’agenzia nazionale per la casa, che nasca sulla scorta delle esperienze metropolitane già in essere, può costituire il luogo in cui le parti sociali operino insieme per affrontare i problemi del settore immobiliare, coinvolgendo il privato al servizio del pubblico.
Altro aspetto sul quale riteniamo urgente un’azione legislativa è quello del condominio: sono necessarie una riforma innovativa e una valorizzazione delle professionalità certificate.
L’Asppi intende guardare a tutto il panorama delle politiche abitative, considerata la grande importanza dell’edilizia pubblica: a tal proposito non si ritengono opportuni programmi di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico che anzi deve essere incrementato per fornire risposte alle mutate esigenze della popolazione. Giovani, studenti e lavoratori fuori sede, famiglie sotto sfratto: gli alloggi pubblici possono e devono garantire l’accesso a queste tipologie. Inoltre va aumentata la disponibilità di case sul mercato, anche con le formule del social housing, e si deve varare un efficace piano per l’affitto rivolto in particolare alle nuove dinamiche abitative.
La sfida del terzo millennio fa leva sul risparmio energetico in tutti i settori economici ed imprenditoriali: la casa è fra questi, pertanto l’Asppi ritiene che vadano rese permanenti le agevolazioni già introdotte, a cui si devono affiancare proposte innovative in linea col medesimo obiettivo.
Infine, c’è un aspetto che riteniamo meritevole di particolare attenzione: quello legato alla riqualificazione urbanistica, per migliorare non solo il valore economico, ma soprattutto la qualità della vita ed il benessere della collettività. Occorre arrestare la cementificazione del territorio attraverso strumenti di pianificazione più attenti alla qualità urbana, all’ambiente e alla tutela del paesaggio extraurbano. Oggi le politiche abitative devono necessariamente mettere in conto procedure di perequazione urbanistica, di negoziazione e concertazione coi privati. Diviene infatti imperativo l’impegno a minimizzare il consumo del suolo ancora vergine per concentrasi sulla riqualificazione di quello già edificato. L’idea di “città compatta” e priva di sacche di degrado urbano, costituisce un obiettivo ampiamente condiviso. La riqualificazione delle città passa anche attraverso una semplificazione delle procedure e maggiori certezze sui tempi di rilascio delle autorizzazioni. Molte città hanno periferie disagiate che contrastano con centri storici ben conservati. Una condizione che richiede un ripensamento delle politiche urbanistiche con piani di riqualificazione delle periferie e investimenti sulle tecnologie urbane con particolare riferimento al trasporto pubblico e privato, ai consumi energetici, alla tutela dell’ambiente e alla rapida circolazione dell’informazione.
Da ultimo vogliamo sottolineare la centralità del tema della sicurezza urbana: bisogna investire in infrastrutture di contrasto alla criminalità perché le città e i territori rappresentano i motori di arricchimento umano, di innovazione e sviluppo per la società contemporanea e una mancanza di sicurezza, anche solo percepita, fa venire meno questa virtuosa consapevolezza.