Consueta analisi dei dati relativi alle ristrutturazioni edilizie agevolate. Con la proroga più lunga si attendono numeri più costanti nel periodo.
Sono oltre 18mila le comunicazioni di inizio lavori di ristrutturazione di un immobile inviate dai contribuenti italiani al Centro operativo di Pescara dell’agenzia delle Entrate nel corso del mese di gennaio, per avvalersi della detrazione fiscale del 36% delle spese sostenute, prevista dalla norma sul recupero del patrimonio edilizio. Rispetto a dicembre, quando i lavori di rimodernamento abitativo comunicati furono 32.568, il dato del primo mese 2008 diminuisce di oltre il 44%, in linea con il trend che si verifica all’inizio di ogni nuovo anno.
Chissà se per i prossimi dodici mesi avremo, invece, numeri più omogenei, avendo a disposizione un arco temporale più esteso per programmare i restauri edilizi, dal momento che la legge finanziaria per il 2008 ha prorogato l’istituto della detrazione del 36% fino a tutto il 2010. Infatti, a seguito della scadenza della disposizione – in vigore dal 1998 – prevista in ogni legge finanziaria per la fine dell’anno, abbiamo assistito ogni volta alla corsa dei contribuenti a iniziare i restauri immobiliari entro dicembre, sicuri di poter usufruire così della detrazione fiscale e di evitare il rischio di una mancata riconferma dell’agevolazione edilizia anche per l’anno successivo. Questo ha causato l’effetto “arrembaggio” nel corso dell’ultimo trimestre di ogni anno, in barba alla stagione meteorologica, che non è certo la migliore per avviare un cantiere. Nel gennaio successivo, di contro, si è registrato annualmente il calo delle richieste di agevolazione. Il grafico mette in evidenza la discesa del dato di gennaio rispetto a dicembre negli ultimi tre anni. Il decremento più sostanzioso, -61%, si è verificato a cavallo fra il 2005 e il 2006. L’anno successivo, è stato registrato invece un -46% e quest’anno il calo ha segnato -44%.
Accanto, pubblichiamo la tabella dettagliata dei valori regionali, che mette a confronto i numeri registrati negli ultimi due mesi. Si evidenzia per tutte le regioni una diminuzione media, di gennaio rispetto a dicembre, superiore al 42%, in linea con il dato nazionale. Dal nord a sud della penisola, indifferentemente quindi, si è verificato lo stesso evento già precedentemente descritto. Ma, niente paura, i valori sono destinati a risalire, come ogni anno, allo sbocciare della primavera. Anche se il numero delle ristrutturazioni in gennaio è sceso notevolmente, l’andamento regionale è quello di sempre, che vede, cioè, il triangolo Lombardia-Emilia Romagna-Veneto distanziare le altre regioni italiane. Il “triangolo” ammonta a quasi 9mila ristrutturazioni dichiarate, ovvero poco meno del 50% del totale nazionale. Le tre regioni che seguono in classifica, Piemonte, Toscana e Lazio, sommate, raggiungono la cifra di 4mila comunicazioni. Le altre quattordici regioni costituiscono le restanti 5mila ristrutturazioni avviate. In fondo alla classifica, anche se con numeri molto più contenuti, fanno la loro parte, nell’ordine, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise. Da notare, però, che mentre Basilicata e Molise, rispettivamente 52 e 33 comunicazioni, rispecchiano il trend nazionale di decremento rispetto a dicembre (-50% ca.), la Valle d’Aosta evidenzia numeri molto vicini, 66 in dicembre e 59 in gennaio, confermando la sua propensione a distinguersi circa le abitudini dei suoi residenti rispetto all’edilizia agevolata, con dati pressoché costanti durante tutto l’anno, così come avvenuto nel corso del decennio passato, senza grandi picchi né verso l’alto, né verso il basso. Ed è curioso, per questo lo vogliamo sottolineare, che rispetto al resto d’Italia, la Valle d’Aosta è l’unica regione dove si verifica questo fatto.
La classifica delle prime dieci province italiane, in base ai dati raccolti dal CoP, rimane invariata per quanto riguarda le prime due posizioni, seppure con valori molto più contenuti, rispetto a dicembre. Primo e secondo posto consolidati dunque per Milano e Bologna. Torino, terza, scavalca la capitale, che scende al quarto posto. Genova sale invece tre gradini, raggiungendo la quinta piazza ai danni di Brescia, che diventa ottava. Uno scalino più in alto per Bergamo, sesta, e addirittura undici per Firenze, che passa da diciottesima a settima. Rimane al suo posto, il nono, Vicenza, mentre scende Venezia, che da sesta diventa decima. Infine, dalla top ten di questo inizio d’anno esce – per poco – Modena, che scivola all’undicesima posizione.