Al CTCU sono pervenute diverse segnalazioni di cittadini che hanno ricevuto lettere da società di recupero crediti in relazione ad attivazione di servizi non richiesti. IL CTCU denuncia questa prassi all’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni.
E’ notizia di questi giorni che Telecom Italia, a seguito di una contestazione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha versato a titolo “volontario” la somma di € 6.528.000 per evitare una sanzione ben più pesante legata ad attivazioni e disattivazioni non richieste di servizi TLC. “Una cifra irrisoria per l’ operatore di telecomunicazioni dominante sul mercato” secondo il CRCTU, “ma comunque una sorta di riconoscimento di colpa a cui Telecom Italia farà seguire la disattivazione gratuita di tutti i numeri satellitari a partire da marzo 2008”.
A parte Wind che ha annunciato di aver disattivato dall’11 febbraio tutti i numeri satellitari, nulla accade invece sul fronte delle altre società di telefonia, tra le quali Tele2, ora Opitel, controllata Vodafone e Fastweb, per citare quelle che stanno colpendo maggiormente i cittadini.
Continuano infatti le prassi commerciali scorrette volte a concludere contratti a mezzo telefono, spesso senza avere alcuna autorizzazione degli utenti al trattamento dei dati personali e senza rispettare le regole imposte da Codice delle comunicazioni, dal Codice del Consumo e non ultimo dalle nuova disciplina sulle pratiche commerciali sleali, appunto.
Così, oltre ai danni provocati in termini di privacy dal marketing telefonico, o dal distacco non voluto della linea dai costi addebitati per servizi mai richiesti, con tutto lo stress che ciò comporta in famiglia, vi è anche la beffa di ricevere da società di recupero crediti solleciti di pagamento.
“Queste prassi”, continua il CTCU, “sono quanto meno discutibili, se non addirittura illegittime e per questo motivo abbiamo deciso di mandare una denuncia all’Autority competente per accertare se sia o meno corretto il recupero del credito di società terze, senza alcun sollecito precedente o tentativo di conciliazione da parte della società di telefonia”.
Queste prassi infatti, si concretizzano in visite a domicilio o addirittura sul posto di lavoro, telefonate preregistrate, affissione di avvisi di mora sulla porta di casa. Inoltre per esercitare una maggior pressione psicologica sul consumatore queste società utilizzano spesso termini ed espressioni di “derivazione processuale” (“ingiunzione”, “esecuzione forzata” “procedura legale esecutiva” e simili). A questo proposito si ricorda a tutti i cittadini che per legge una procedura esecutiva può avvenire solamente sulla base di un titolo esecutivo (emesso o comunque vagliato dall’autorità giudiziaria) e ad opera dell’ufficiale giudiziario dunque le lettere o le telefonate di minaccia di queste società di recupero crediti non hanno alcun valore, neppure quando vi fissano un termine perentorio di pagamento tipo: “entro e non oltre 10 gg. dal ricevimento della presente”, perché spetta a loro provare che avete ricevuto una lettera e dunque, qualora questa non arrivi per raccomandata, non vi dovete spaventare né avete termini di pagamento da rispettare.
“L’unica persona autorizzata a presentarsi al domicilio privato per riscuotere soldi”, continua il CTCU, ”è l’ufficiale giudiziario munito di un titolo esecutivo. In secondo luogo anche nel campo del recupero crediti sono assolutamente vietate tutte le prassi invasive, lesive della dignità personale e del diritto alla riservatezza. Al riguardo ci si richiama al provvedimento dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali che con provvedimento del 30.11.2005 ha prescritto a queste società le misure alle quali attenersi per rispettare i principi posti a tutela dei diritti dei cittadini. Nei casi più estremi infine certi comportamenti possono integrare veri e propri reati previsti dal codice penale come le molestie e le minacce.
Dunque ricapitolando ecco alcuni consigli per tutelarsi:
1. Quando una società di recupero crediti vi chiama a casa, cercate di non dare seguito alla telefonata e abbassate gentilmente la cornetta del telefono: non siete tenuti ad ascoltare la telefonata, ancor meno se non siete titolari della linea telefonica;
2. Se vi arriva a casa una lettera NON raccomandata da società di recupero crediti, che contiene un sollecito di pagamento (“costituzione in mora”) che preveda ulteriori oneri e spese per fatture di società di telefonia che avete pagato parzialmente o non avete pagato perché frutto di attivazioni non richieste, prima di tutto NON ricontattate la società, potrebbe essere usata come prova di ricevimento della lettera. Non fatelo per telefono, tanto meno, ovviamente, per iscritto;
3. Qualora a seguito della lettera vi chiamino per chiedere conferma del ricevimento non date seguito alla telefonata e se insistono, ricordategli che potreste prendere provvedimenti a vs. tutela per molestie.
4. Ricordate che nel campo delle telecomunicazioni, è previsto per entrambe le parti un tentativo obbligatorio di conciliazione prima di adire alla giustizia ordinaria: le minacce dunque di un recupero forzato da parte di società di recupero crediti sono assolutamente infondate!!
Pietro 3 Settembre 2008 il 14:45
ciao
ho letto solo in questi giorni il tuo post perchè mio malgrado sono protagonista di una vicenda simile.
Volevo solo chiederti una cosa:
ma il gioco potrebbe andare avanti all’infinito oppure esistono dei termini oltre ai quali la Geri non ha più la possibilità di tormentarti?
grazie
Pietro
Caterina BACCILLIERI 19 Settembre 2008 il 19:55
Ho letto tutto e sono pienamente d’accordo.Il mio problema è invece che una società di recupero crediti d Roma ,con lettera ordinaria,mi intima di pagare una bolletta relativa al bimestre sett-ott.2ooo relativa al mioabbonamento a TELEPIU’ (Ora SKY).Io son certa di non avere alcuna pendenza di tal genere però non posso dimostrarlo dato l’enorme tempotrascorso.La legge cosa prevede in questi casi? Io sapevoche le ricevute dovessero essere conservate per cinque anni e così ho fatto.Come dovro comportarmi se dovessi essere ancora importunata? Vi prego di inviarmi una e-mail di chiarimento.Grazie Caterina BACCILLIERI.