Risoluzione n. 19/E del 25 gennaio 2008. Il tetto di 48mila euro spetta per ogni abitazione posseduta
Nel caso di interventi di ristrutturazione sulle parti comuni di uno stabile nel quale una stessa persona è proprietaria di più case, l’importo da portare in detrazione è la somma delle quote spettanti per ogni unità immobiliare. Il tetto massimo di spesa su cui calcolare il beneficio è di 48mila euro per abitazione.
La richiesta di una contribuente, che possiede in quota percentuale più appartamenti situati nello stesso stabile, consente all’agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 19/E del 25 gennaio, di chiarire la particolarità di un caso interessante.
Teniamo conto che per i lavori di ristrutturazione di un’unità abitativa è possibile godere della detrazione del 36% del costo sostenuto, fino a un importo massimo dello stesso di 48mila euro, e che con il decreto Visco-Bersani (Dl 223/2006) tale limite va riferito a ogni immobile e non più, come prima, al singolo contribuente. Le spese sostenute per i lavori condominiali, inoltre, come chiarito dalla risoluzione n. 206/2007, “essendo oggetto di un’autonoma previsione agevolativa devono essere considerate in modo autonomo”.
Ci troveremo perciò un tetto massimo per le spese relative a ogni singolo appartamento e uno per ogni quota spettante per la manutenzione delle parti comuni, ordinaria e straordinaria.
Naturalmente, la quota da portare in detrazione per ciascun immobile va rapportata alla percentuale di possesso di ogni proprietario fino al raggiungimento del limite imposto dalla norma.