Il Rapporto dell’Osservatorio del governo del territorio, organismo che fa capo alla Direzione generale dell’Urbanistica, rivela che la maggior parte delle denunce riguarda l’assenza di concessione edilizia e la presenza di lottizzazioni abusive. I dati per singola provincia.
Sono stati complessivamente 1.694 gli abusi edilizi denunciati dalle amministrazioni comunali isolane nel periodo settembre 2006-ottobre 2007. I dati emergono dal Rapporto dell’Osservatorio del governo del territorio della Direzione generale dell’Urbanistica.
La provincia con le maggiori segnalazioni è quella di Cagliari (503 casi), seguita da Olbia –Tempio (302), da Sassari (291), Nuoro (192), Carbonia – Iglesias (177), Oristano (100), Ogliastra (86) e Medio Campidano (43 casi). I dati sono stati rilevati dalle segnalazioni di presunte violazioni urbanistiche dai competenti servizi tecnici e di vigilanza dei Comuni.
Dal rapporto emerge che la maggior parte delle denunce riguarda soprattutto l’assenza di qualunque concessione edilizia e il proliferare di lottizzazioni abusive. Dall’analisi regionale emerge, inoltre, che il territorio interessato dagli abusi segnalati è pari al 60 per cento, mentre il grado di conoscenza del fenomeno si attesta al 48,28 per cento.
La localizzazione degli abusi riguarda, nel dettaglio: il 25, 48 per cento le zone E, il 20,50 per cento le zone B e il 18,56 per cento le zone F. I Comuni che presentano abusi edilizi all’interno della fascia costiera del Piano paesaggistico regionale sono 78: di questi, 45 hanno abusi che ricadono in zone E, pari al 57,69 per cento del totale.
Le tipologie di opere maggiormente interessate da abusi edilizi sono le nuove costruzioni per il 33,16 per cento, gli ampliamenti per il 19,93 per cento, le sistemazioni esterne per il 6,58 per cento, le lottizzazioni abusive per il 3,26 per cento e le modifiche senza aumento di cubatura per il 3,20 per cento.
La Giunta regionale, con una delibera dello scorso 9 gennaio, ha adottato ulteriori provvedimenti contro l’abusivismo edilizio. Per la prima volta sono stati istituiti Gruppi di monitoraggio territoriali in grado di integrare le funzioni della vigilanza amministrativa con quella operativa sul territorio. Si tratta di 16 Gruppi territoriali (2 per provincia) che, composti da funzionari tecnici dell’Assessorato dell’Urbanistica e da ufficiali del Corpo forestale, avranno come obiettivi la prevenzione e la repressione degli abusi di natura urbanistico-edilizia e paesaggistica, nonché attività di supporto e collaborazione con gli Enti locali per la più corretta applicazione delle norme di governo del territorio.
I Gruppi di intervento, inoltre, collaboreranno e si integrano nelle funzioni di politica giudiziaria svolte dal Corpo Forestale. Nel quadro di queste nuove attività, la Regione sta provvedendo alla ricognizione puntuale delle sentenze di condanna per abusivismo edilizio passate in giudicato e non ancora eseguite, per dare compimento ai procedimenti esecutivi previsti dalle sentenze.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa, l’assessore regionale dell’Urbanistica ha risposto a una domanda sulla lotta all’abusivismo. Il tema era presente in un’intervista alla Nuova Sardegna dell’ex funzionario regionale e consulente fra l’altro nel recente passato dell’ex sindaco di Olbia, Nizzi.
“La vigilanza urbanistica – ha spiegato Gian Valerio Sanna – è per legge in primo luogo competenza dei Comuni e, solo per alcuni aspetti, di competenza della Regione. Fino a pochi anni fa la vigilanza urbanistica della Regione ha avuto carattere esclusivamente amministrativo e con nessun rapporto con il territorio e la verifica dei luoghi, affidato invece al Corpo Forestale della Regione”.
“Le scelte e le azioni poste in essere dalla Regione in questi anni non hanno precedenti e risultano imparagonabili rispetto al recente passato, peraltro assai attenuato e poco valutabile a causa della sequenza dei diversi provvedimenti di condono”.
“Spesso – ha concluso l’assessore Sanna – giudicare oggi chi opera giornalmente alla realizzazione di difficili riforme strutturali dell’amministrazione è assai più facile che rammaricarsi per quello che non si è fatto quando si avevano e si potevano esercitare alcune responsabilità. Se le scelte forti di oggi si volessero in qualche modo spiegare meglio, basterà osservare che proprio quello che si è fatto e disfatto nell’ultimo ventennio nel territorio della Sardegna ha reso necessarie molte delle scelte di oggi”.