Per sconfiggerla (e rilanciare la locazione), nel 2006 prospettò la cedolare secca
(Confedilizia) Nelle locazioni, l’evasione c’è (sia pure non nelle proporzioni propagandate, e non più che in tanti altri settori). Ma c’è anche una ragione (tecnico-economica; non morale nè legale) perchè ci sia, questo è il punto. Ed è che la locazione non dà oggi al proprietario di casa redditività alcuna (dichiarazione del Presidente della Commissione Bilancio del Senato, sen. Morando-Pd, al Convegno Confedilizia del 9.9.’06). La mancanza di redditività è sempre la causa prima dell’evasione. Montesquieu lo scrisse già nel 1751: l’evasione fiscale è la diretta conseguenza di un’imposizione eccessiva che induce gli uomini a sfuggire alle tasse a causa dei vantaggi estremamente elevati che le alte aliquote forniscono agli evasori (The Spirit of Laws, vol. I, pag. 261, in: Charles Adams, For Good and Evil, ed. Liberilibri).
Anche Hamilton fece notare la stessa, identica cosa in The Federalist, n. 35. Altrettanto esemplare la spiegazione, nel 1776, di Adam Smith: in quegli Stati in cui esiste un generale sospetto che molte delle spese pubbliche non siano necessarie e che le entrate pubbliche vengano utilizzate male, le leggi che le proteggono vengono poco rispettate (Wealth of Nations, pag. 563, in C. Adams, cit.).
La strada per recuperare l’evasione e ridare redditività alla locazione l’ha indicata lo stesso Romano Prodi scrivendo alla Confedilizia: “Quello che abbiamo in mente e che riteniamo possa promuovere l’evoluzione migliore del mercato degli affitti, è di operare nella direzione della trasparenza e dell’equità al fine di costituire, con opportune leve fiscali, un interesse convergente e un conseguente reciproco vantaggio sia per i locatori, in virtù dell’introduzione di un’aliquota fissa non cumulabile per i redditi da affitto, sia per i locatari mediante la detraibilità di una quota dell’affitto” (lettera del 4.4.2006).
La parte di questa dichiarazione di intenti relativi agli inquilini, è stata adempiuta. Manca il tassello relativo alla proprietà, per completare il quadro. E in un momento in cui in Italia – anche per affrontare la crisi dei mutui, e fornire agli interessati un’alternativa – si sente come non mai l’esigenza di un rilancio dell’affitto, è ora di provvedere (tanto più che non si capisce perchè l’uniformazione della tassazione delle rendite finanziarie non debba investire anche il settore delle locazioni, specie a canone calmierato).
Prodi, nel 2006, concludeva la sua lettera con questa esatta frase: “Su tali misure, su tali direttrici, conto di avere con la Confedilizia un dialogo e uno scambio proficuo che spero si alimenterà e durerà per tutta la prossima legislatura”. La Confedilizia, dal canto suo, ha chiesto – e attende – di sedersi a un tavolo di confronto con la Presidenza del Consiglio e il competente Ministro delle Infrastrutture, per controllare dati di costo e prospettare soluzioni, anche di medio tempo.
di Corrado Sforza Fogliani – Presidente di Confedilizia